giovedì, 13 Marzo, 2025
Esteri

Tokyo commemora l’80esimo anniversario del bombardamento americano, che in una sola notte costò la vita a 100.000 persone

80 anni fa, più di 100.000 persone persero la vita in una sola notte, durante il devastante bombardamento incendiario di Tokyo da parte delle forze statunitensi. L’attacco, condotto con bombe convenzionali, distrusse il cuore della capitale giapponese. I danni furono paragonabili a quelli provocati dai bombardamenti atomici del 1945, ma il governo giapponese non offrì supporto alle vittime, ignorando in larga misura questi eventi tragici. Oggi, alcuni sopravvissuti, come Shizuyo Takeuchi, di 94 anni, condividono le loro storie per sensibilizzare le nuove generazioni. Takeuchi ricorda di aver camminato sotto un cielo rosso, circondata da figure annerite, tra cui una madre con il suo bambino. Quella notte, migliaia di persone morirono bruciate o annegate nel fiume Sumida. Si stima che oltre 105.000 persone persero la vita e un milione rimasero senza casa, un bilancio che superò persino quello del bombardamento atomico di Nagasaki. Tuttavia, questa tragedia è stata in gran parte oscurata dagli eventi successivi, e poche città colpite dai raid incendiari hanno ricevuto l’attenzione che meritavano. Il bombardamento di Tokyo avvenne in un periodo in cui le difese giapponesi erano crollate. Katsumoto Saotome, scrittore e sopravvissuto, dedicò la sua vita a raccogliere testimonianze per promuovere la consapevolezza sull’importanza della pace. Sua figlia Ai sta ora digitalizzando il materiale raccolto presso il Center of the Tokyo Raids and War Damage, un museo fondato da suo padre nel 2002. Dopo la guerra, il Giappone stanziò fondi per i veterani e i sopravvissuti ai bombardamenti atomici, ma le vittime civili dei raid incendiari non ricevettero alcun sostegno. Un gruppo di sopravvissuti ha rinnovato le richieste di riconoscimento e aiuti finanziari, ma i tribunali giapponesi hanno respinto le loro istanze, sostenendo che le sofferenze della guerra erano inevitabili. Una proposta di pagamento una tantum avanzata nel 2020 si è arenata a causa di resistenze politiche.

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