La scorsa settimana, il presidente Usa Donald Trump ha detto che gli Stati Uniti sono interessati a ricevere terre rare dall’Ucraina e si aspettano di ricevere garanzie di fornitura in cambio di aiuti finanziari e militari. Ieri, in un’intervista a Fox News, ha spiegato: “Ho detto loro che voglio l’equivalente di tipo 500 miliardi di dollari di terre rare, e hanno sostanzialmente accettato di farlo, così almeno non ci sentiamo stupidi. Altrimenti siamo stupidi. Ho detto loro, dobbiamo, dobbiamo ottenere qualcosa. Non possiamo continuare a pagare questi soldi”.
Ma nella stessa intervista Trump ammette che questo fa parte di un piano che prevede che parte dell’Ucraina venga annessa da Mosca: “L’Ucraina deve garantire la sicurezza degli investimenti degli Stati Uniti, in quanto il Paese potrebbe diventare un giorno territorio russo. Hanno terreni di enorme valore in termini di terre rare, in termini di petrolio e gas, in termini di altre cose. Voglio che i nostri soldi siano protetti, perché stiamo spendendo centinaia di miliardi di dollari. E sapete, potrebbero fare un accordo, potrebbero non farlo. Potrebbero essere russi un giorno, o potrebbero non essere russi un giorno”, ha affermato Trump. Ha anche osservato che Washington ha investito in Ucraina “più di 300 miliardi di dollari, probabilmente 350 miliardi di dollari, e l’Europa è dentro per probabilmente 100 miliardi di dollari, noi siamo dentro per più del doppio”.
Cremlino: Ucraina vuole diventare Russia
Affermazione ripresa ovviamente dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: “È un fatto che una parte significativa dell’Ucraina vuole diventare Russia, e che è già diventata Russia. Questo è un fatto che è accaduto, quattro nuove regioni russe. Persone che, nonostante i molti pericoli, si sono messe in coda e hanno votato al referendum per l’adesione alla Federazione Russa, questo corrisponde in gran parte alle parole del presidente Trump”, ha detto Peskov. “Sapete, qualsiasi fenomeno accade con una probabilità del 50%, o sì o no. Non posso dire altro”, ha detto Peskov.
Ue conferma il sostegno a Kiev
Il ministro polacco per gli Affari europei, a nome del Consiglio Ue, ha aperto il dibattito al Parlamento europeo sull’Ucraina definendo la “guerra di aggressione della Russia una minaccia diretta all’Europa e al sistema internazionale in generale”. Il ministro ha ricordato che dall’inizio del conflitto “l’Ue e i suoi Stati membri hanno fornito circa 134 miliardi di euro di sostegno all’Ucraina e al suo popolo”, e ha concluso pronunciando la frase simbolo della risposta all’aggressione russa: “Slava Ukraini!”. Kaja Kallas, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, in un’intervista al Corriere della Sera insiste sul ruolo dell’Europa nel processo di pace, facendo notare che “questa guerra sta accadendo in Europa. Riguarda l’Ucraina, riguarda l’Europa e, per far sì che la pace funzioni davvero, l’Europa deve farne parte. Non vedo alcun accordo di cui l’Ue non faccia parte”. “Putin e la Russia non vogliono la pace – ha aggiunto Kallas – ma al momento non hanno espresso alcuna volontà di accettare la pace. Ecco perché credo che sia importante che gli americani facciano pressione su Putin annunciando sanzioni più pesanti e una posizione molto forte, in modo che il presidente russo fermi questa guerra”.
vendere più armi all’Ue per Kiev
Ma l’interesse degli Usa è altrove: l’amministrazione Trump intende spingere gli alleati europei ad acquistare più armi americane per l’Ucraina in vista di potenziali colloqui di pace con Mosca. Lo riporta in esclusiva la Reuters, che cita due persone a conoscenza della questione. Il piano, se formalizzato, offrirà una certa rassicurazione ai leader ucraini che temono che il presidente Donald Trump possa bloccare ulteriori aiuti al Paese, il cui esercito sta lentamente perdendo territorio sotto l’attacco russo a est. Funzionari statunitensi, tra cui l’inviato ucraino di Trump – il tenente generale in pensione Keith Kellogg – discuteranno dei possibili acquisti di armi con gli alleati europei questa settimana durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, affermano le fonti.
Zelensky: non c’è una data per incontro con Trump
Questo alla fine potrebbe tranquillizzare Zelensky, secondo cui senza il sostegno degli Stati Uniti, l’Europa da sola non sarà in grado di colmare il divario. Lo ha affermato in un’intervista al Guardian: “Le garanzie di sicurezza senza l’America non sono vere garanzie di sicurezza”, ha aggiunto. Alla conferenza di Monaco, è atteso un incontro con il segretario Usa Rubio, ma “non c’è ancora una data” per incontrare Trump, ha detto il presidente ucraino, anche se il suo team sta lavorando per fissarne una. Trump ha detto nel fine settimana che “probabilmente” avrebbe incontrato Zelensky. Se Trump riuscirà a portare Ucraina e Russia al tavolo delle trattative, Zelensky ha provato a offrire uno scambio territoriale diretto, in cambio dei territori che Kiev detiene nella regione russa di Kursk. “Scambieremo un territorio con un altro”, ha detto in un’intervista al Guardian, aggiungendo di non sapere quale parte del territorio occupato dalla Russia l’Ucraina avrebbe chiesto in cambio. “Non lo so, vedremo. Ma tutti i nostri territori sono importanti, non c’è una priorità”, ha detto.