giovedì, 30 Gennaio, 2025
Agroalimentare

Green deal. Coldiretti all’attacco: demonizzato il ruolo dell’agricoltore per favorire le multinazionali

Una richiesta perentoria di chiarimenti contro quella che Coldiretti indica come una imposizione ideologica e politica che fa capo al Green Deal. I toni usati dalla Confederazione sono insolitamente accesi. “Pretendiamo trasparenza e chiediamo che la Commissione europea faccia chiarezza sul caso Timmermans”, evidenzia la Coldiretti ricordando che, “per anni sono stati criminalizzati i produttori agricoli e i coltivatori diretti di tutta Europa come il male assoluto, ergendo alcune delle associazioni ambientaliste più importanti a giudici di un tribunale della storia che pretendeva di condannarli, in particolare quelli italiani”.

Il caso Green Deal di Timmermans

Ad animare il dibattito l’inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf che ne per la Coldiretti non è una “sorpresa”. Perché per la Confederazione, “ha svelato ciò che avevamo denunciato con fermezza già anni fa sollevando ripetutamente dubbi su presunti conflitti di interesse”. La Coldiretti invita anche a riflettere su un punto. “Se quanto emerso dovesse essere confermato, la verità è che abbiamo sempre avuto ragione nel sostenere che dietro il Green Deal di Timmermans si nascondeva un’agenda politica a senso unico”, sottolinea la Confederazione, “capace solo di favorire interessi di parte e non di garantire l’equilibrio tra la sostenibilità ambientale e la necessità di proteggere la nostra agricoltura, infliggendo gravi danni alle filiere agricole in nome di un ambientalismo ideologico”.

Agricoltori difensori del territorio

Ciò che sottolinea e denuncia la Coldiretti è anche legato alla fatto che figura dell’agricoltore e del coltivatore diretto sia stata “demonizzata”, mentre al contrario sono le imprese agricole in un momento storico segnato dagli effetti devastanti del cambiamento climatico, “i veri custodi del territorio, dell’ambiente e del patrimonio agroalimentare. Per non parlare di quello che è stato fatto ad altri settori, pensiamo all’automotive e all’intera manifattura”.

Multinazionali ed eco business

Le osservazioni critiche presenti in una nota sono state sottoscritte dal segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo e dal presidente Ettore Prandini che ricordano come “già dal 2021, Coldiretti è stata la prima e l’unica a denunciare l’imbroglio verde e come più volte dietro questi processi di falso ambientalismo ci potesse essere ben altro, compresa anche la spinta molto forte da parte di multinazionali che hanno interessi economici legati ad altre forme di business come quello dei cibi fatti in laboratorio, su cui sta investendo una lobby di oligarchi multimiliardari”.
“A noi della Coldiretti”, concludono i due leader, “ci hanno tacciato di essere antieuropeisti e oscurantisti, siamo solo alla disperata e responsabile ricerca della verità intesa come il dover dis-velare ciò che di torbido si agita nelle pieghe della comunità europea”.

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Redazione

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