venerdì, 20 Dicembre, 2024
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Dimensionamento scolastico: la Uil Scuola Rua denuncia i tagli e chiede investimenti

Negli ultimi dieci anni l’Italia ha perso circa 1.000 autonomie scolastiche, un trend che proseguirà nei prossimi dieci anni con un’ulteriore perdita della stessa portata. È quanto emerge dal dossier UIL Scuola Rua, che denuncia un sistematico smantellamento della rete scolastica del Paese, frutto di politiche mirate al risparmio e non all’investimento. Secondo il Segretario generale Giuseppe D’Aprile, “sulla scuola non si fa cassa, si investe”.
I dati riportano un calo significativo delle istituzioni scolastiche negli ultimi decenni: 2000-01 (11.592 scuole); 2011-12 (9.139 scuole); 2021-22 (8.511 scuole); 2023-24 (7.981 scuole).
Proiettandosi al 2031-32, il numero scenderà a 6.885, segnando una riduzione del 40% in 30 anni. Questo processo ha generato risparmi per 88 milioni di euro, ma a discapito di studenti, personale scolastico e qualità dell’istruzione.

Il prezzo del risparmio

Il ridimensionamento scolastico ha radici in decisioni politiche prese da diversi governi. In particolare, la riforma Tremonti/Gelmini, varata durante il Governo Berlusconi IV, ha tagliato 10 miliardi di euro al settore educativo, riducendo 130.000 posti tra insegnanti e personale Ata, 10.000 classi e 90.000 cattedre, accorpamenti di istituti con meno di 500 iscritti.
Le risorse risparmiate sono state utilizzate in altre aree, tra cui il fallimentare salvataggio di Alitalia, dimostrando una mancanza di visione strategica per l’istruzione.
Il ridimensionamento recente trova giustificazione nell’andamento demografico negativo e nelle direttive europee legate al Pnrr, che suggerivano una razionalizzazione della rete scolastica e una riduzione del numero di alunni per classe. Tuttavia, l’attuazione di queste misure non ha prodotto benefici per il sistema scolastico.
Il governo Meloni ha scelto di applicare deroghe temporanee tramite il decreto Milleproroghe 2024, limitando i tagli per l’anno scolastico 2024/25 e salvando 181 autonomie scolastiche. Ma la UIL Scuola Rua sottolinea come questa sia solo una misura congiunturale che non risolve le problematiche strutturali.

Le proposte

Giuseppe D’Aprile invita a trasformare il problema della denatalità in un’opportunità per migliorare la qualità dell’istruzione. Ridurre il numero di alunni per classe consentirebbe di migliorare il rapporto docente-studente, aumentare l’efficacia della didattica e offrire soluzioni più personalizzate e inclusive. Inoltre è necessaria una pianificazione a lungo termine che privilegi investimenti strutturali, anziché politiche di risparmio che penalizzano l’intero sistema educativo.
Insomma, sa scuola italiana non può continuare a essere il terreno su cui si cercano risparmi di bilancio. Serve una visione lungimirante per garantire un’istruzione di qualità, adattandola alle sfide demografiche e sociali del futuro. Come afferma D’Aprile, “investire nella scuola significa costruire il futuro del Paese”.

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