Il Sistema Sanitario è in crisi di prospettive e se ne parla al 19° Forum Risk Management in Sanità di Arezzo dal 26 al 29 novembre tra istituti specializzati, operatori del settore e aziende, promosso da Agena, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Pesano le insufficienze di risorse dopo più di dieci anni di sottofinanziamenti. Pesano le sfide nuove, in particolare l’invecchiamento della popolazione, il nuovo quadro epidemiologico con le nuove domande di salute, l’innovazione tecnologica necessaria, ma sempre più costosa. “La sfida del Covid 19 – scrivono gli organizzatori – ci ha lasciato certezze che rischiamo di dimenticare, prima tra tutte che la sanità è un bene comune.”
Nuovo patto per la sanità
Il 67% degli italiani (sondaggio Istituto Demopolis) ritiene che gli investimenti in sanità siano la priorità. Occorre che la sanità torni al centro dell’agenda politica del Paese, sostiene il Forum, e occorre una riforma. Troppi cambiamenti sono avvenuti dalla legge istitutiva del SSN (Legge 833/1978) del 1978 e del D. Lgs. 229/1999 del 1999. Il 19° Forum Risk Management in Sanità si propone come luogo di confronto e condivisione di contributi utili a una riforma tesa a garantire, nelle condizioni date di oggi, quanto indicato nell’art. 32 della Costituzione“ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. È un compito non facile ma indispensabile. Serve “un nuovo patto costituente per il rilancio e la riforma del sistema sanitario”, che veda il concorso e la condivisione di Istituzioni Nazionali e Regionali, dirigenti e professionisti delle Aziende Sanitarie, Ordini Professionali e Società Scientifiche, Enti e Istituti di ricerca, Sindaci e reti di prossimità dei territori, Associazioni dei cittadini e dei pazienti, imprese no profit e profit, orientate alla responsabilità sociale.
Un Piano nazionale
Un nuovo Piano Nazionale Salute (l’ultimo è del 2006) può essere il primo strumento orientato a una programmazione a breve termine (3-5 anni), sulla base di indirizzi, visione, responsabilità, condivisione tra Stato e Regioni. Uno strumento di programmazione teso a garantire uniformità di accesso ai servizi sanitari e sociali (LEA, LEP e LEPS) che accompagni il percorso della Autonomia Differenziata per le Regioni, con il contrasto alle diseguaglianze e la garanzia di equità di accesso e presa in carico dei bisogni sanitari e sociali del cittadino.
I punti cardine
Il programma proposto è incentrato sull’assistenza territoriale come primo obiettivo di riforma, accelerando lo stato di attuazione dei programmi nelle Regioni per l’utilizzo dei fondi del PNRR e facilitando l’accesso ai servizi sanitari e sociali, presa in carico dei pazienti nel territorio, casa primo luogo di cura con il supporto della telemedicina. Quindi “sostenibilità”, soprattutto riguardo le risorse necessarie e cambiamenti nei criteri di ripartizione e nell’allocazione delle risorse incentivando nuovi modelli di cura e di assistenza, valutazione di esiti e risultati. Focalizzazione più forte sulla prevenzione: “come vera priorità in termini di risorse, di attività, di controlli. Più risorse subito per realizzare tutti gli obiettivi del Piano Nazionale di Prevenzione. E ancora: la prevenzione in tutte le politiche pubbliche, a cominciare da quelle ambientali. E un approccio one health, salute umana, animale e sicurezza alimentare, una visione olistica e integrata della sanità che tenga conto anche dei cambiamenti climatici e dei fenomeni ambientali.” “Transizione digitale ed ecologica”, poi “Governo delle risorse umane”, “Modifica dello stato giuridico delle Aziende Sanitarie” per le quali “occorre adeguare la natura giuridica e la governance alla complessità del governo delle aziende, disciplinare in modo nuovo il ruolo dei comuni e dei professionisti nella governance delle aziende, valorizzare il ruolo e il lavoro delle Direzioni strategiche delle Aziende.” E, infine, la proposta del Forum di Arezzo riguarda il rapporto pubblico-privato: “è il principio di sussidiarietà (art privato sociale e privati di concorrere agli obiettivi di salute come definiti nella programmazione nazionale e regionale. In questa ottica può essere riordinato anche il ruolo dei fondi integrativi avendo a base il lavoro in atto nella Commissione Salute del Senato.”