giovedì, 14 Novembre, 2024
Economia

Dati Istat mostrano uno dei peggiori andamenti economici in Europa. L’UNC: “Necessario rilanciare i consumi interni per uscire dalla crisi”

Italia in difficoltà: cala la produzione industriale nel terzo trimestre 2024

Nel terzo trimestre del 2024, l’Italia ha registrato uno dei peggiori andamenti economici in Europa, segnato da un calo della produzione industriale e un rallentamento dell’occupazione. Secondo i dati dell’Istat, l’economia globale rimane stabile, ma si trova in un clima di incertezza e rischia di subire effetti negativi a causa delle tensioni economiche internazionali.

A settembre 2024, la produzione industriale, cioè la quantità di beni prodotti dalle aziende italiane, è diminuita dello 0,4% rispetto ad agosto. Considerando l’intero trimestre, il calo è stato dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti. Analizzando i diversi tipi di prodotti, si nota un aumento nella produzione di beni intermedi (+1,9%) e di beni strumentali (+1,8%), ma un netto calo per l’energia (-3,8%) e per i beni di consumo (-2,5%).

I beni intermedi sono prodotti utilizzati da altre industrie per creare nuovi beni, come la carta o il metallo, mentre i beni strumentali sono quelli usati per produrre altri prodotti, come i macchinari industriali. I beni di consumo, invece, sono i prodotti acquistati direttamente dalle persone, come cibo e vestiti.

Rispetto a settembre dell’anno precedente, l’indice generale della produzione ha registrato una riduzione del 4%. In particolare, il calo è stato più marcato nei beni strumentali (-5,1%), nei beni intermedi (-4,0%) e nei beni di consumo (-3,5%), mentre l’energia ha subito un calo più contenuto (-1,6%).

Alcuni settori specifici hanno ottenuto risultati migliori. Tra questi, la produzione di apparecchiature elettriche, come elettrodomestici, ha registrato un aumento del 5,9%, seguita dai computer e prodotti elettronici (+1,9%) e dalle attività estrattive (+1,8%). Tuttavia, altri settori hanno subito cali più pesanti: la produzione di mezzi di trasporto è crollata del 15,4%, mentre l’industria tessile e la produzione di pelle e abbigliamento sono scese del 10,7%.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), ha definito questi dati una “disfatta” per l’industria italiana. “La produzione industriale è in caduta libera da febbraio 2023, con il 20esimo calo consecutivo rispetto all’anno precedente,” ha dichiarato.

Dona ha inoltre sottolineato come la riduzione della produzione si sia verificata anche rispetto ad agosto, un mese tradizionalmente più lento per l’industria a causa delle chiusure estive. Dona ha evidenziato la necessità di rilanciare i consumi interni, cioè le spese delle famiglie, per sostenere la ripresa economica. A suo parere, “è difficile uscire da questa situazione senza un aumento dei consumi interni, che sono ormai ai minimi, soprattutto se le tensioni commerciali internazionali porteranno a dazi e tariffe che potrebbero penalizzare il nostro Paese, molto dipendente dalle esportazioni.”

Secondo i calcoli dell’UNC, rispetto a gennaio 2023, quando è iniziato il calo, la produzione di settembre è inferiore del 5,6% (considerando i dati destagionalizzati, cioè quelli corretti per eliminare le variazioni dovute alle diverse stagioni). Nei beni di consumo il calo è ancora più significativo, -7,8%, mentre per i beni durevoli, come elettrodomestici e mobili, raggiunge l’8,2%. Nonostante un leggero miglioramento rispetto ad agosto (+0,2% per i beni durevoli), Dona afferma che “i beni durevoli mostrano la performance peggiore dall’inizio del calo, segno che le famiglie hanno ridotto la capacità di spesa.”

I prossimi dati ufficiali sull’andamento della produzione industriale verranno diffusi dall’Istat il 10 dicembre 2024.

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