martedì, 22 Ottobre, 2024
Lavoro

Lavoro: nei campi mancano 100mila occupati. Le proposte della Coldiretti: necessario semplificare gli ingressi

Cambiare il click day e snellire i tempi di attesa

Le imprese che assumono dipendenti in agricoltura sono oltre 185 mila ed occupano circa di 1 milione di lavoratori, per oltre 120 milioni di giornate di lavoro, di cui circa 1/3 è rappresentato da occupati provenienti da altri Paesi, con rumeni, indiani, marocchini, albanesi e senegalesi in testa alla classifica. Ma i conti per la Coldiretti ora non tornano, infatti, nei campi italiani mancano centomila lavoratori per garantire la raccolta dei prodotti e la lavorazione dei terreni, ma anche le attività di trasformazione e quelle più specialistiche, “con il rischio”, sottolinea la Coldiretti, “di minare la sovranità alimentare del Paese in un momento di forti tensioni internazionali”.

Trovare le soluzioni

E’ l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione dell’incontro sul lavoro in agricoltura a Palazzo Rospigliosi a Roma, con la presenza del presidente Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo assieme al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, Luigi Scordamaglia, Ad Filiera Italia, Romano Magrini, Capo Area Coldiretti Gestione Personale Lavoro, Enrica Mammucari, segretaria generale Uila-Uil, Giovanni Mininni, segretario generale Flai-Cgil, Onofrio Rota, Segretario Generale Fai-Cisl, Laurence Hart, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), Letizia Moratti, Presidente E4Impact.

Imprese cercano lavoratori

Malgrado un 1 milione di lavoratori stranieri e 120 milioni di giornate di lavoro, questa forza non basta più a coprire le necessità delle imprese agricole, anche per alcune lacune nell’attuale normativa, a partire dal meccanismo del click day, con poche quote e non tempestive rispetto alle esigenze di stagionalità del settore agricolo. “Capita spesso, infatti, che il lavoratore arrivi quando le attività di raccolta per le quali era stato chiamato sono già terminate”, spiega la Coldiretti.

Semplificare le procedure

“Per superare le attuali difficoltà”, propone la Coldiretti, “occorre passare ad una gestione diretta e controllata dei flussi migratori e le ultime modifiche introdotte alla normativa sul decreto flussi rappresentano un passo importante verso la semplificazione e il rispetto dei tempi di ingresso dei lavoratori, che vanno ora implementate con un maggiore coinvolgimento delle associazioni datoriali e dei consolati. In questo modo sarebbe più facile anche far emergere situazioni di sfruttamento lavorativo e caporalato. In tale ottica”, indica la Coldiretti, “serve anche potenziare la Rete del lavoro agricolo di qualità attraverso sistemi di premialità per le imprese che vi aderiscono e rendendo sempre più efficienti i servizi sul territorio per far incontrare domanda e offerta, con il coinvolgimento delle realtà locali e, soprattutto, degli Enti Bilaterali Agricoli Territoriali”

Industria alimentare

Nell’incontro con la partecipazione di Filiera Italia ed insieme alle Organizzazioni sindacali si parla anche di lavoro dell’industria alimentare. Della grave carenza di lavoratori che rischia di limitare fortemente la crescita dell’industria alimentare italiana con oltre 60 mila figure professionali da individuare nei prossimi 5 anni. “Importante@, prosegue la Coldiretti, “condividere con il ministro strategie per contrastare gli appalti illeciti, le cooperative spurie, per introdurre regole di reciprocità sui prodotti importati di lavoro etico e di qualità. E serve aumentare i flussi di immigrazione regolare ed indispensabile alla nostra industria alimentare. In tale ottica un ruolo può essere svolto dalle iniziative e dalle buone pratiche di formazione nei Paesi di origine già avviate da Coldiretti e Filiera Italia”.

Sicurezza nei campi

Focus anche sul tema della sicurezza in agricoltura, anche alla luce del recente rapporto Inail. “Qui la necessità”, puntualizza la Confederazione, “è quella di incrementare le risorse per l’ammodernamento delle macchine agricole, a partire dal bando Isi, ma anche di potenziare la formazione obbligatoria aprendo ai fondi interprofessionali di formazione continua”.

Cambiamenti climatici

Altro tema al centro del convegno è l’impatto dei cambiamenti climatici sul lavoro agricolo, con pesanti effetti anche dal punto di vista occupazionale. In tale ottica Coldiretti chiede di rendere alcune misure strutturali per garantire i necessari sostegni ad imprese e lavoratori, dall’ammortizzatore unico all’integrazione salariale per gli operai agricoli, dall’utilizzo ad ore della Cisoa per estendere al settore agricolo la flessibilità già presente negli altri settori all’abbattimento degli adempimenti contributivi per i territori colpiti da alluvioni e disastri climatici, come nel caso dell’Emilia Romagna.

Lavoro occasionale

Nel corso dell’incontro focus anche sullo strumento del lavoro occasionale agricolo a tempo determinato. “I risultati nel biennio di sperimentazione hanno dimostrato”, conclude la Coldiretti, “come si sia trattato di una misura che non si è prestata ad abusi, avendo interessato circa diecimila persone, principalmente pensionati (circa l’80%) e studenti (17%). Non si vedono dunque controindicazioni nel rendere lo strumento strutturale”.

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