martedì, 1 Ottobre, 2024
Società

Papa Francesco: gli umili e i lavoratori chiamati a custodire la vera bellezza del creato

Tutela degli emarginati, il Pontefice accoglie i protagonisti del progetto di inclusione promosso dalla Cei

“Ciascuno è prezioso agli occhi del Signore”. Non c’è posto per l’emarginazione, la solitudine, le lacerazioni dei conflitti, nelle parole di Papa Francesco. Nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, ringrazia e sottolinea il ruolo dei protagonisti del progetto: “Custodi del Bello”, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. “È un messaggio importante per la comunità ecclesiale e per tutta la società”, evidenzia il Pontefice.

Cura affidata ai lavoratori

L’iniziativa coinvolge in diverse città italiane poveri, disoccupati, migranti, percettori di reddito di cittadinanza, con un progetto ben definito: i lavoratori sono coordinati in squadre di lavoro per la cura di luoghi pubblici, come strade, piazze, parchi, giardini e monumenti. Si tratta di persone in difficoltà o emarginate che vengono retribuite, dopo un percorso di formazione e l’incontro con aziende locali alla ricerca di lavoratori.

Custodire per proteggere

Durante l’appuntamento con Papa Francesco i lavoratori hanno ascoltato le indicazioni del Pontefice che evidenzia il senso del loro impegno nella custodia del bello che rappresenta: “Un modo di essere, uno stile”, perché fa presente Bergoglio: “custodire significa proteggere, conservare, vigilare, difendere”, dunque avere “attenzione e cura” partendo “dalla consapevolezza del valore di chi o di ciò che ci viene affidato”. Ognuno, sottolinea il Papa, con le proprie capacità e competenze, con l’intelligenza e con il cuore, può fare qualcosa per custodire le cose, gli altri, la casa comune, in una prospettiva di cura integrale del Creato.

Non avere paura dell’impegno

Per il Santo Padre comprendere il valore del bello in tutte le sue forme, anche le più semplici e quotidiane, significa non avere, “paura di spendere del tempo, di mettersi in gioco, di assumersi delle responsabilità”. E “in un contesto che spesso invita a non ‘sporcarsi le mani’, a delegare”, tutto questo è un richiamo “all’impegno personale e comunitario”.

Partecipare al Creato

La cura di ciò che è bello, nella sue semplicità, è riflesso della bontà del Creato, dove non c’è posto per l’emarginazione. Il Papa sottolinea come nel mondo odierno i poveri: “chiedono con urgenza decisioni serie ed efficaci volte a promuovere il bene di tutti”, puntualizza Francesco, che aggiunge vome occorra aprirsi a una prospettiva integrale.

Poveri, anziani e migranti

“Sono tante oggi le persone ai margini, scartate, dimenticate in una società sempre più efficientista e spietata: i poveri, i migranti, gli anziani e i disabili soli, gli ammalati cronici. Eppure, ciascuno è prezioso agli occhi del Signore. Per questo vi raccomando”, esorta il Papa, “nel vostro lavoro di riqualificazione di tanti luoghi lasciati all’incuria e al degrado, di mantenere sempre come obiettivo primario la custodia delle persone che vi abitano e che li frequentano. Solo così restituirete il creato alla sua bellezza”.

Tornare alla semplicità

Per il Pontefice non bisogna farsi attrarre dall’effimero del bello, da ciò che è costruito per il commercio, ma bisogna tornare alla semplicità del bello. Quanto alla bellezza, che va custodita, il Papa osserva che “oggi se ne parla molto, fino a farne un’ossessione”, spesso vista “in modo distorto, confondendola con modelli estetici effimeri e massificanti, più legati a criteri edonistici, commerciali e pubblicitari che non allo sviluppo integrale delle persone”. Per Francesco un tale approccio: “è deleterio, perché non aiuta a far fiorire il meglio in ciascuno, ma porta al degrado dell’uomo e della natura”.

La sacralità dell’unico

“Si tratta, invece, di imparare a coltivare il bello come qualcosa di unico e sacro”, indica Francesco, “per ogni creatura, pensato, amato e celebrato da Dio fin dalle origini del mondo come unità inscindibile di grazia e di bontà, di perfezione estetica e morale. Questa è la vostra missione; e io vi incoraggio, come cooperatori al grande disegno del Creatore, a non stancarvi di trasformare il brutto in bello, il degrado in opportunità, il disordine in armonia”.

San Giuseppe l’Umile custode

A quanti sono coinvolti e chiamati nel progetto “Custodi del bello”, il Papa assicura la sua preghiera e suggerisce come modello “San Giuseppe di Nazaret, il custode umile e silenzioso del più bello tra i figli dell’uomo” che “ha contribuito a riportare la bellezza nel mondo”.

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