mercoledì, 25 Settembre, 2024
Esteri

Kiev: sventato un complotto per rapire e uccidere Zelensky

Droni ucraini sulle regioni russe di Belgorod, Bryans e Kursk

Vertice delle Nazioni Unite a New York: l’adesione di Kiev fa parte del “piano per la vittoria” di Zelensky. Ue: autorizzazione uso armi competenza dei singoli stati. Il 60% delle componenti delle armi russe viene dalla Cina, considerata dall’Ucraina il problema più grande.

Abbattuti 66 droni russi

La Russia ha lanciato nella di ieri quattro missili e 81 droni d’attacco kamikaze tipo Shahed, 66 dei quali “sono stati abbattuti nelle regioni di Kiev, Zhitomir, Cherkassy, Vinnitsa, Kirovograd, Poltava, Sumy e Nikolaev” riferisce l’aeronautica ucraina su Telegram. Gli altri 13 droni sono caduti senza raggiungere i loro obiettivi grazie alle misure di guerra radioelettronica adottate dalle forze ucraine. Nella regione di Poltava, nel centro dell’Ucraina, la caduta di detriti di droni russi abbattuti dalla contraerea hanno danneggiato alcune case e anche infrastrutture energetiche, probabilmente linee dell’alta tensione, provocando black out in almeno 20 insediamenti.

Un morto a Zaporizhzhia

I raid russi della scorsa notte hanno provocato la morte di almeno un uomo nella città di Zaporizhzhia, nel sud-est del Paese, e il ferimento di altre 22 persone, fra cui una ragazza di 13 anni e un ragazzo di 15. L’attacco ha preso di mira un’infrastruttura e un quartiere residenziale, uccidendo un uomo e ferendo cinque persone, alcune delle quali sono state ricoverate in ospedale. A renderlo noto il governatore dell’oblast di Zaporizhzhia Ivan Fedorov tramite il suo canale Telegram ufficiale.

Droni ucraini sulle regioni russe di Belgorod, Bryans e Kursk

Da parte loro, nella notte fra lunedi e martedi le difese aeree russe hanno distrutto, secondo quanto riferito dal Ministero della Difesa di Mosca, 13 droni d’attacco ucraini sulle regioni di Belgorod, Bryansk e Kursk: lo riferisce, citato dall’agenzia di stampa russa Tass.

Rogo dopo raid nel Donbass, morto un pompiere

Il ministero delle Emergenze russo denuncia che un’esplosione ha ucciso un vigile del fuoco e ha ferito due soccorritori impegnati nello spegnimento di un incendio in un’abitazione di Gorlovka, nel sud-est ucraino occupato dalle truppe di Mosca. Secondo il dicastero, l’incendio era stato provocato da un bombardamento delle truppe ucraine sulla cittadina. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale russa Ria Novosti. Stando a quanto raccontato alla Tass dall’ufficio stampa del ministero delle Emergenze russo, a esplodere sarebbe stato un proiettile.

Il 60% dei componenti delle armi russe vengono dalla Cina

Secondo il consigliere presidenziale ucraino Vladislav Vlasyukla Russia utilizza componenti cinesi nei droni, nei sistemi di sorveglianza e persino nei missili. “Se si considerano tutte le armi convenzionali e si contano i componenti stranieri, circa il 60% viene dalla Cina. Abbiamo avuto lunghe discussioni con alcuni produttori su questo argomento, direi che il problema più grande è la Cina”. Il consigliere ucraino ha inoltre ricordato che,nonostante le sanzioni, alcuni componenti provengono anche da Usa, Paesi Bassi, Giappone, Svizzera e altri paesi occidentali.

Sventato un piano russo per uccidere Zelensky

Sventato dai servizi di sicurezza ucraini (Sbu) un piano orchestrato da Maxim Mishustin, Dmitry Perlin, e Alexey Kornev, dirigenti della quinta sezione del servizio segreto russo (Fsb) che prevedeva di reclutare fra i militari addetti alla protezione del presidente ucraino dei sicari per rapire e assassinare Volodymyr Zelensky e altri alti dirigenti di Kiev. Due colonnelli del servizio di sicurezza amministrativo ucraino (Udo) sono stati arrestati. Il compito dei militari ucraini eventualmente da reclutare sarebbe stato di “prendere in ostaggio il capo dello Stato per poi ucciderlo”.

Ne dà notizia il Kyiv Independent, che cita il capo dello stesso Sbu, Vasyl Maliuk. Il piano, se portato a termine, avrebbe dovuto essere “un regalo” al presidente Vladimir Putin in occasione del suo insediamento per il nuovo mandato presidenziale, ma è stato invece “un fallimento” dell’Fsb, dice Maliuk. Fra gli altri bersagli del piano c’era anche il capo dei servizi segreti militari ucraini (Hru), Kyrylo Budanov. Già lo scorso 7 maggio, l’Sbu aveva affermato di avere scoperto una rete di agenti russi che preparava piani per assassinare Zelensky. A novembre dello scorso anno lo stesso presidente ucraino disse di essere già scampato ad almeno cinque tentativi di assassinio dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio 2022.

Adesione di Kiev alla Nato fa parte del piano per la vittoria

Il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, durante il suo intervento al Council on Foreign Relations di New York ha esortato gli alleati a “non prestare attenzione alle minacce di escalation da parte della Russia” in caso di adesione di Kiev all’Alleanza poiché un invito ufficiale rivolto all’Ucraina ad entrare nella Nato fa parte del “piano per la vittoria” che il presidente Volodymyr Zelensky è sul punto di presentare ai suoi alleati mentre si trova negli USA. Al termine del vertice a Washington i Paesi della Nato hanno sostenuto che l’Ucraina era su un “percorso irreversibile” verso l’adesione, precisando tuttavia che devono ancora essere soddisfatte delle condizioni per estendere un invito formale.

Borrell, “Kiev deve poter attaccare russi”

Al termine di un incontro informale dei ministri degli Esteri europei a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell ha ribadito che “la situazione sul campo di battaglia è complicata. Ma la Russia sta ancora cercando di combattere su diversi fronti, in particolare su quello aperto con successo dalle forze ucraine nelle ultime settimane” a Kursk. Servono quindi “più capacità di difesa aerea e più capacità per consentire agli ucraini di attaccare i russi nei luoghi dai quali i russi li stanno attaccando. Altrimenti agiranno nella totale impunità”.

Situazione energia critica

“Ma c’è una situazione critica per l’Ucraina – ha aggiunto Borrell – si tratta della produzione di energia. Nessun Paese civile, nessun Paese industriale può sopravvivere senza energia, senza elettricità. Quando perdi due terzi della tua capacità produttiva, sei sull’orlo del baratro. Dobbiamo quindi rafforzare la nostra capacità di fornire strutture, sia per sostituire ciò che è stato distrutto, sia per evitare che queste vengano distrutte il giorno successivo”.

Ue: “L’uso delle armi competenza degli Stati”

“La posizione dell’alto rappresentante è nota ed è in favore alla rimozione delle restrizioni per permettere a Kiev di colpire obiettivi militari sul suolo russo”, ha notato un portavoce della Commissione Europea ieri all’incontro giornaliero con la stampa. “La questione dell’uso delle armi da parte dell’Ucraina è stata affrontata ancora nel corso del consiglio Affari Esteri informale a New York ed è una competenza dei singoli Stati membri dell’Ue: ci sono Paesi che hanno tolto le restrizioni, altri che non dicono nulla e altri che le mantengono”.

Il portavoce ha poi sottolineato che le recenti minacce da parte della Russia di attacchi nucleari contro la città di Strasburgo “mostrano quanto è pericoloso questo regime”. “Non è la prima volta che sentiamo minacce vergognose contro l’Ue e i suoi Stati membri, tutto ciò evidenza la natura illegale della guerra condotta dalla Russia e sarà uno dei temi che porteremo avanti a New York questa settimana nelle relazioni con i nostri partner”.

Erdogan agli Usa: “Via le sanzioni per gli S-400 russi, minano capacità della Nato”

“Le questioni economiche e commerciali costituiscono una delle dimensioni più importanti delle nostre relazioni con gli Stati Uniti, il secondo paese verso cui esportiamo di più e il quinto da cui importiamo di più negli ultimi due anni”, ha detto il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan citato dall’emittente Trt, aggiungendo che ”abbiamo un grande potenziale per aumentare il commercio bilaterale”.

Per questo “Occorre eliminare le barriere nell’esportazione riguardo l’industria della difesa”, ha detto il leader turco, chiedendo agli Stati Uniti di revocare le sanzioni imposte nel dicembre del 2020 nei confronti di Ankara per l’acquisto da Mosca dei sistemi di difesa antiaerea S-400. Si tratta di restrizioni ”unilaterali” sull’importazione di materiale militare che, secondo Erdogan, ”minano le capacità della Nato di raggiungere obiettivi commerciali a lungo termine”.

L’auspicio è che ”vengano adottate le iniziative necessarie a eliminare gli ostacoli”, e che queste sanzioni ”vengano rimosse” il prima possibile per aprire un ”nuovo capitolo” che porti anche ”al progetto di modernizzazione degli F-16”. A gennaio Washington ha approvato la vendita di F-16 alla Turchia dopo che Erdogan ha dato il suo via libera all’ingresso della Svezia nella Nato.

Modi: “Pieno sostegno per un rapido ritorno della pace in Ucraina”

Il premier indiano Modi ha incontrato ieri a New York il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ai margini del Summit del Futuro delle Nazioni Unite e gli ha riconfermato il sostegno del suo paese per una soluzione rapida del conflitto e il ritorno della pace e della stabilità. Lo ha scritto lo stesso Modi in un post su X : “Siamo impegnati a dare seguito ai risultati della mia visita in Ucraina del mese scorso per rafforzare le nostre relazioni bilaterali”.

Lunedi il Premier indiano era intervenuto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove ha ricordato di parlare “a nome di un sesto dell’umanità”, e ha ribadito che “il nostro futuro sta nella forza collettiva, non nei campi di battaglia”.

Iran: “mai approvato l’aggressione russa”.

Lunedi, il presidente iraniano Masud Pezeshkian a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, ha dichiarato che il suo governo è pronto a dialogare con i paesi occidentali riguardo alla guerra in ucraina: “Vogliamo sederci con gli europei e gli americani per avere un dialogo e negoziati, non abbiamo mai approvato l’aggressione russa contro il territorio ucraino”. Mosca: “Spiegheremo all’Iran la nostra posizione”

A queste dichiarazioni ha risposto brevemente ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, riconoscendo che “Questa è la posizione sovrana dell’Iran”, e che tuttavia “Continueremo a spiegare ai nostri amici iraniani la nostra posizione e tutto ciò che riguarda questo conflitto intorno all’Ucraina”.

“La guerra finirà quando gli obiettivi saranno raggiunti”

In alcuni stralci di un’intervista rilasciata lunedì alla ABC News pubblicati lunedì, Volodymyr Zelensky ha dichiarato che il suo Paese è “più vicino alla fine della guerra” con la Russia, a patto che si continui a rafforzare militarmente l’Ucraina. Commentando le parole del presidente ucraino, il portavoce delCremlino ha dichiarato che la guerra in Ucraina termineràsoltanto quando “gli obiettivi” di Mosca “saranno raggiunti”. “Sapete che qualsiasi guerra, in un modo o nell’altro, finisce con la pace. Ma per noi non c’è assolutamente alcuna alternativa al raggiungimento dei nostri obiettivi”.

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