sabato, 21 Settembre, 2024
Attualità

Il Papa ai Cardinali: “Ridurre i costi e stop al superfluo”

Bergoglio si scaglia contro la corruzione: “Riguarda anche i preti”

Una lettera di certo dura, senza filtri come nel suo stile e che rappresenta un passo ulteriore nella riforma voluta dal Papa, che mira a rendere la Chiesa più vicina ai principi di sobrietà e solidarietà, riducendo gli sprechi e ottimizzando le risorse per il bene della comunità ecclesiale e del mondo. Questo il senso della missiva indirizzata ieri da Bergoglio al Collegio Cardinalizio in cui ha ribadito l’importanza della riforma della Curia Romana e ha sottolineato la necessità di raggiungere un “deficit zero” nella gestione economica della Santa Sede. Lo Scritto, che ha celebra il decimo anniversario della riforma avviata con la Costituzione Apostolica Predicate Evangelium, ha richiamato i cardinali a un impegno condiviso per garantire la sostenibilità economica della Chiesa, evidenziando che questo è un passo cruciale per il futuro della sua missione.

Francesco ha ricordato che lʼ aggiornamento della Curia Romana, iniziato dieci anni fa, è stato mosso dallo spirito del ʼEcclesia semper reformandaʼ, ovvero dalla necessità di una Chiesa in continua riforma. L’obiettivo è garantire che la Curia sia sempre al servizio del Successore di Pietro nel suo ruolo pastorale e della Chiesa universale. Bergoglio ha ringraziato i cardinali per il loro sostegno nel processo di cambiamento, pur riconoscendo le difficoltà affrontate e la resistenza che talvolta emerge di fronte al cambiamento.

Impegno comune

Il Pontefice ha sottolineato lʼimportanza di un impegno comune volto alla riduzione dei costi e alla gestione responsabile delle risorse della Chiesa: “È doveroso ora uno sforzo ulteriore da parte di tutti affinché un ‘deficit zero’ non sia solo un obiettivo teorico, ma una meta effettivamente realizzabile. La riforma ha posto le basi per l’attuazione di politiche etiche che consentano di migliorare il rendimento economico del patrimonio esistente. A ciò si accompagna l’esigenza che ciascuna Istituzione si adoperi per reperire risorse esterne per la propria missione, facendosi esempio di una gestione trasparente e responsabile al servizio della Chiesa”.

Francesco ha posto l’accento sulla necessità di fungere da modelli: “Occorre dare un esempio concreto affinché il nostro servizio sia realizzato con spirito di essenzialità, evitando il superfluo e selezionando bene le nostre priorità”, ha spiegato.

Il Santo Padre ha evidenziato come la sostenibilità finanziaria non sia solo una questione tecnica, ma un imperativo morale per garantire la continuità e l’efficacia del lavoro pastorale e sociale della Chiesa. Ridurre il deficit, secondo il Vescovo di Roma, significa anche assicurare che le risorse della Santa Sede siano impiegate nel miglior modo possibile, a vantaggio delle opere di carità e del bene comune.

La solidarietà

Un altro punto centrale della lettera riguarda la solidarietà tra i dicasteri della Santa Sede. Il Papa ha fatto riferimento al modello delle famiglie solidali, dove i membri economicamente più forti aiutano quelli in difficoltà: “Le istituzioni della Santa Sede hanno molto da imparare dalla solidarietà delle buone famiglie”, ha voluto rimarcare, invitando gli enti con un bilancio in avanzo a contribuire a coprire i deficit generali.

Questo principio di solidarietà interna rappresenta per il Papa un presupposto fondamentale anche per poter chiedere generosità all’esterno. La Chiesa, ha ricordato, non può rivolgersi al mondo esterno chiedendo aiuto senza prima aver dimostrato generosità e unità al proprio interno. La lettera si inserisce nel contesto del decimo anniversario dell’avvio della riforma della Curia, un percorso che il Papa ha voluto improntato su trasparenza, efficacia e spirito di servizio.

Nel concludere la missiva, Francesco ha esortato i cardinali a sostenere le innovazioni in corso con coraggio e dedizione: “Vi chiedo di accogliere questo messaggio con coraggio, spirito di servizio e di sostenere con convinzione, lealtà e generosità le riforme in corso”. Infine il Pontefice ha sottolineato che ciascuna istituzione della Santa Sede deve operare come parte di un unico corpo, collaborando per il bene comune e per la missione della Chiesa.

Movimenti Popolari

Sempre ieri mattina Francesco, in un discorso rivolto durante un incontro con i Movimenti Popolari, ha osservato come i mass media e le reti sociali, che dovrebbero rappresentare strumenti di informazione e libertà, spesso si pieghino alle logiche del potere economico: “Alti funzionari, autorità, governatori, assessori, tesorieri e magistrati si sono prostrati a pregare una statua d’oro”, ha aggiunto, evocando una metafora biblica per denunciare il culto del denaro. Un aspetto particolarmente rilevante delle parole del Papa è stata la sua autocritica rivolta alla stessa Chiesa. Il Pontefice infatti non ha risparmiato i rappresentanti del clero, ammettendo che anche tra i preti si verificano episodi di corruzione: “Succede anche con i preti. Dicono che la sottana abbia grandi tasche”, ha detto, riconoscendo che la corruzione può insinuarsi anche tra coloro che dovrebbero essere i custodi della moralità e della giustizia.

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