venerdì, 22 Novembre, 2024
Società

Zelensky: se gli Usa non ci aiutano perderemo la guerra

Lavrov in Cina. Stoltenberg (Nato): l’Ucraina deciderà a quali compromessi è disposta

Ultimo appello di Zelensky: “se il Congresso americano non aiuta l’Ucraina, l’Ucraina perderà la guerra.” Lo ha detto in videoconferenza agli ambasciatori della piattaforma governativa di raccolta fondi, United24. La risposta indiretta è arrivata dal Segretario generale della Nato, Stoltenberg che in un’intervista alla Bbc inglese, ha detto testualmente: “in ultima analisi deve essere l’Ucraina a decidere a quali compromessi sia disposta, dobbiamo permetterle di trovarsi in una posizione in cui possano raggiungere un risultato accettabile al tavolo negoziale.” Insomma vanno valutati “compromessi” anche perché, ha sottolineato il Segretario della Nato, Russia, Iran, Cina e Corea del Nord sono sempre più allineate e l’Occidente deve fare fronte a questa “alleanza di potenze autoritarie”. Intanto il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov oggi e domani sarà in visita ufficiale in Cina per incontrare il suo omologo Wang Yi con il quale, probabilmente, discuterà anche del Piano di pace proposto da Pechino.

Kuleba: bombe russe ci spazzano via

Kiev continua a lanciare allarmi sempre più pressanti perché ormai la tenuta del fronte non è più assicurata. Da qualche settimana le ammissioni di cedimento si moltiplicano e ultimo il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha spiegato che i soldati ucraini “vengono attaccati in modo massiccio e direi anche regolarmente da bombe aeree guidate che spazzano via le nostre posizioni“. Sono bombe “molto semplici”, ha spiegato, “quindi non puoi bloccarle, non puoi nasconderti da loro. L’unico modo per metterti in salvo è abbattere il bombardiere che le trasporta”. Dall’inizio dell’anno la Russia ha sganciato oltre 3.500 bombe che dimostrano anche una grande capacità produttiva e logistica oltre che militare. La difesa aerea ucraina è allo stremo e da Kiev ritengono necessario mobilitare 300mila giovanientro il primo giugno, programma ritenuto impossibile date le condizioni attuali. L’esercito gialloblu ha urgentemente bisogno di più sistemi di artiglieria e munizioni: senza un sostegno duraturo da parte dell’Unione europea, le cose saranno “catastroficamente difficili” avverte Zelensky che ha anche chiesto una Conferenza di pace in Svizzera, ma dal Cremlino hanno già risposto che le condizioni vanno stabilite in due.

Centrale nucleare a rischio

E’ aumentata anche la tensione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, l’impianto ucraino controllato dai russi fin dai primi giorni dopo l’invasione del Paese. Ieri l’agenzia Rosatom che gestisce la centrale ha accusato Kiev di aver attaccato con un drone kamikazel’area intorno alla struttura, colpendo la mensa e l’area mercantile. I russi hanno avvertito che i danni alle infrastrutture potrebbero compromettere il funzionamento dell’impianto. Anche Rafael Grossi, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) è intervenuto chiedendo a tutti di “astenersi da azioni che mettono a repentaglio la sicurezza nucleare”.

Attacchi chimici illegali

Le unità del Gruppo di Forze Vostok continuano a combattere nel sud di Donetsk, secondo quanto riferisce il ministero della Difesa russo. Nel corso delle operazioni, le unità “hanno migliorato la situazione in prima linea – si legge nella nota – e hanno contrastato i tentativi dell’esercito ucraino di rafforzare le posizioni avanzate vicino a Urozhaynoye e Charivnoye”. Ma per il quotidiano britannico The Telegraph, i russi starebbero avanzando perché conducono anche attacchi chimici illegali. Alcuni comandanti ucraini delle prime linee, intervistati, hanno riferito di aver subito attacchi da parte di piccoli droni che lanciavano gas lacrimogeni e altre sostanze chimiche (note come CS), il cui uso è vietato in tempo di guerra dalla Convenzione sulle armi chimiche.

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