lunedì, 25 Novembre, 2024
Società

Conferenza di Monaco. Blinken: “Per Israele straordinaria opportunità”

G7 ministri esteri. Tajani: impegnati contro l’escalation

Il Segretario di Stato Usa Antony J. Blinken si è complimentato con il Presidente israeliano, Isaac Herzog, incontrato alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, per le sue capacità di “leadership” e “saggezza”. Blinken ha detto che nei prossimi mesi si apre una “straordinaria opportunità” per la normalizzazione dei rapporti tra Israele e i paesi arabi. Il capo della diplomazia statunitense ha affermato che ci sono stati sforzi concreti da parte dei paesi arabi per rivitalizzare l’Autorità Palestinese in modo che possa essere più efficace nel rappresentare i palestinesi. “Praticamente – ha spiegato – ogni paese arabo ora vuole sinceramente integrare Israele nella regione per normalizzare le relazioni, per fornire impegni e garanzie di sicurezza in modo che Israele possa sentirsi più sicuro”. “La priorità – ha risposto il Presidente Herzog – è che venga preservata la sicurezza di Israele e per fare questo dobbiamo completare il lavoro di sradicamento delle strutture di Hamas”

Tajani: Iran non aiuti Houthi

Ieri nella riunione del G7 la presidenza italiana, dopo la riunione dei ministri degli Esteri, ha divulgato una nota nelle quale Antonio Tajani si dice “particolarmente preoccupato per la situazione lungo la Blue Line e per il rischio di escalation tra Hezbollah e Israele”. Il G7 è impegnato a “evitare che il conflitto si aggravi ulteriormente e si diffonda maggiormente”, e esorta “tutte le parti coinvolte a dar prova di moderazione e a lavorare per la de-escalation”. I ministri, in vista della missione europea nel mar Rosso, hanno anche condannato “la continua fornitura di armi e materiale collegato da parte dell’Iran agli Houthi, in violazione della risoluzione 2216 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e ad altri attori non statali nella regione ha aumentato pericolosamente le tensioni.” Il G7 sottolinea che “questi attacchi violano il diritto internazionale, mettono in pericolo vite innocenti e minacciano i diritti e le libertà di navigazione.”

Armi Usa a Israele

Dagli Stati Uniti è anche arrivata la conferma che l’Amministrazione prevede di inviare armi a Israele. L’amministrazione Usa prevede di inviare armi ad Israele per un importo stimato di decine di milioni di dollari, nonostante gli stessi Usa spingano per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza. Lo hanno riferito fonti americane citate dal Wall Street Journal (Wsj), secondo cui la fornitura comprende circa un migliaio di bombe MK.82, sistemi KMU-572 per la precisione delle bombe stesse ed altre munizioni. Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, anch’egli a Monaco, ha ribadito la richiesta del cessate il fuoco in Medioriente e dichiarato che “non possiamo permettere che questo disastro umanitario continui.” La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha incontrato il capo di Stato israeliano Isaac Herzog e gli ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione Biden a “riportare a casa gli ostaggi tenuti da Hamas e a garantire la sicurezza di Israele.” Condanna dell’offensiva di Israele e la richiesta di cessate il fuoco arriva dall’Unione africana riunita ad Addis Abeba. MoussaFaki, presidente della Commissione dell’Unione Africana, ha dichiarato che l’offensiva israeliana è la più “flagrante” violazione del diritto umanitario internazionale e ha accusato Israele di aver “sterminato” gli abitanti di Gaza. Al vertice in Germania ha partecipato anche il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva che, tra l’altro, ha dichiarato: “essere un umanista significa anche respingere la risposta sproporzionata di Israele.” Intanto, come di consueto, il sabato delle manifestazioni c’è stato a Roma: migliaia di studenti hanno manifestato per la Palestina davanti le sedi Rai di viale Mazzini e via Teulada.

Rafah, disordini e tensione

Un eventuale accordo per il cessate il fuoco ci sarà solo con una “completa fine dell’aggressione, il ritiro dell’esercito d’occupazione da Gaza e la rimozione dell’ingiusto blocco della Striscia”. Lo ripete il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh con un intervento su Telegram. Fine lontana perché le truppe di Tel Avivcontinuano ad operare nell’ospedale Nasser di KahnYounis – nel Sud della Striscia di Gaza – nel quale sono stati arrestati “circa 100 sospettati di attività terroristica” come riferisce l’Idf. “Tra loro, più di 20 hanno partecipato al massacro del 7 ottobre”, ha detto il ministro della Difesa Yoay Gallant. Mentre a Rafah sono scoppiati disordini: i palestinesi tentano di fuggire dalla città perché temono l’offensiva annunciata da Israele e si stanno spostando verso le aree centrali intorno a Deir al-Balah. Secondo il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric “A Rafah, le condizioni umanitarie sono diventate sempre più gravi, con continue segnalazioni di persone che fermano i camion degli aiuti.” La situazione è molto critica e da tutta la comunità internazionale arrivano a Israele richieste di tutela dei civili. Ieri il presidente della Mezzaluna rossa palestinese (Palestine Red Crescent Society) Younis Al Khatib ha incontrato Papa Francesco in Vaticano, in un’udienza a porte chiuse.

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