In Italia il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro tra i 15 e i 74 anni è pari al 48,2% contro il 59,6% della media dell’Unione Europea, un divario (oltre 11 punti percentuali) decisamente più marcato rispetto alla partecipazione maschile (65,5% in Italia, 70,2% nell’Ue; con un tasso di partecipazione femminile pari a quello europeo in Italia avremmo 2,3 milioni di occupate in più. Questi in sintesi i principali risultati di un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle dinamiche dell’occupazione femminile, dipendente e indipendente, presentata al Forum di Terziario Donna Confcommercio – “Donne, Imprese, Futuro – Il lavoro che cambia”.
Il gap del Mezzogiorno
Il gap del Sud è ancora più ampio con un tasso di partecipazione femminile del 35,5%, indietro di oltre 24 punti rispetto alla media Ue, contro il 55,4% del Nord; in quasi trent’anni (1995-2023) il terziario di mercato ha creato in Italia 3,4 milioni di posti di lavoro, crescendo del 30,8%, mentre tutti gli altri settori dell’economia hanno perso occupati; nel terziario di mercato l’occupazione femminile è pari al 47,5%, un valore decisamente superiore rispetto al totale delle attività economiche (39,6%).
Il lavoro autonomo
Per quanto riguarda il lavoro autonomo, la componente indipendente femminile è più significativa nella grande distribuzione (44,6%) e nel piccolo commercio (37,6%), nel turismo (42,3%), nelle professioni (37,2%), nei servizi alle persone (53,9%). Considerando complessivamente la componente femminile, dipendente ed indipendente, del mercato del lavoro, questa nel quadriennio 2019-2023 è cresciuta del 13,3% contro il 10,2% del totale (uomini + donne) e nel terziario di mercato la crescita è più accentuata (+15,8%); di 1,85 milioni di posti di lavoro creati negli ultimi quattro anni, poco più della metà sono lavoratrici e nel terziario di mercato oltre il 60% dei nuovi occupati sono donne. Sempre nell’ultimo quadriennio quasi un quarto dei 200mila imprenditori persi nel complesso dell’economia sono donne. Un primo commento Anna Lapini, Presidente di Terziario Donna Confcommercio, ha commentato così i dati della ricerca: “la crescita del benessere economico dipende dall’occupazione che a sua volta dipende dalla demografia. Considerando l’attuale dislivello nel nostro Paese fra occupazione femminile – dipendente ed autonoma – e quella maschile è chiaro che bisogna mettere in campo azioni mirate per promuovere l’imprenditoria femminile – che rappresenta ancora solo il 22% del totale delle imprese – e sostenere le attività economiche del terziario, perché è nei nostri settori dove l’occupazione femminile cresce maggiormente”.