mercoledì, 18 Dicembre, 2024
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Mete top Stoccolma, Ile de France e Alta Baviera. Ultime: sud Italia e VdA

Fondazione Nordest: le regioni italiane non attraggono giovani

Nove regioni italiani sono in terza fascia, otto in quarta e quattro nell’ultima fascia, “una sorta di girone dantesco”. Questo il verdetto del Rai (Regional Attractivness Index) elaborato dalla Fondazione Nord Est sulla base di 26 parametri raggruppati in cinque aree. L’indicatore, individua i fattori di maggior ritardo, cioè quelli nei quali il punteggio è più lontano da quello delle regioni europee più capaci di attrarre giovani. La graduatoria è guidata dall’area di Stoccolma, seguita dall’Ile de France (Parigi) e dall’Alta Baviera (Monaco). Il divario tra Stoccolma e Lombardia è di 15 punti: molti, considerato che sono su una scala di poco più di sessanta. Tra le prime venti regioni ci sono otto tedesche e tre olandesi. Regno Unito e Svizzera, mete gettonate da molti italiani, non sono incluse per carenza di statistiche omogenee. Negli undici anni 2011-2021 l’Italia ha perso oltre 111mila giovani laureati under 40 a favore degli altri Paesi. E dunque sorge la domanda: cosa rende meno attrattive le regioni italiane? Tentano una risposta Shira Fano e Gianluca Toschi con questo indice battezzato Regional Attractivness Index, che calcola, su base regionale, le capacità di attrarre giovani delle diverse aree geografiche.

Italia meno attrattiva

A seconda del punteggio Rai, le regioni europee sono state suddivise in cinque grandi gruppi: le tre migliori, con punteggio oltre 60 sono risultate Stockholm, l’Ile-de-France (Parigi) e l’Oberbayern (la regione tedesca in cui si trova Monaco di Baviera); la seconda fascia conta 23 regioni con un Rai tra 50 e 60. In nessuna delle due c’è un’italiana, ma undici tedesche, tre olandesi e due belghe; il nocciolo duro dell’Europa; da cui il Regno Unito si è autoescluso. In terza fascia, con punteggio Rai tra 40 e 50 ci sono 79 regioni europee, di cui 11 tedesche, 9 italiane (Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Liguria e Umbria in ordine decrescente) e 7 olandesi. Nella quarta fascia (Rai tra 30 e 40) ci sono molte regioni della Francia, della Spagna, della Polonia e otto dell’Italia, quasi tutte del Centro-sud (Toscana, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano, Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata e Puglia). In ultima fascia ecco le rimanenti quattro italiane: Valle d’Aosta, Campania, Sicilia e Calabria. Istruzione, mobilità e ricerca Infine i nessi tra i punteggi: istruzione più elevata, migliori infrastrutture per la mobilità e maggiore ricerca e brevettazione e brandizzazione sono gli ambiti che fanno le differenze. Secondo la Fondazione Nordest, dunque, quelli appena elencati sono gli ambiti nei quali “è più urgente intervenire per evitare di aumentare ulteriormente il divario con le più performanti regioni europee e riguadagnare competitività e, conseguentemente, la capacità di formare e trattenere talenti, impiegati in settori a più elevato valore aggiunto.”

Cinque variabili strategiche

 La ricerca è basata su 26 variabili che spiegano le differenze di effettiva attrattività di giovani. Queste variabili sono state selezionate in base a cinque grandi forze attrattive. La prima è “Enable”, cioè l’abilitazione economica, che si esprime nella ricchezza (PIL pro-capite e sua distribuzione) e nella facilità o difficoltà a trovare lavoro (vari tassi disoccupazione). La seconda è “Attract”, ed esprime l’effettiva attrattività (espressa dalla presenza di persone con altra nazionalità) e la capacità di innovare, osservata indirettamente, in quanto lo scopo è di attrarre talenti. La terza è “Grow” e considera il potenziale innovativo dato dagli occupati in attività di frontiera. La quarta è “Retain”, cioè trattenere le persone attraverso il riconoscimento del merito, che passa attraverso la trasparenza ed è negato dalla corruzione. La quinta e ultima è “Global-Knowlegde-Skills”, ossia l’intensità della presenza di persone con elevate competenze ma anche la facilità di muoversi, che permette a chi ha talento di ridurre i tempi di viaggio per raggiungere le regioni e spostarsi più facilmente, e la presenza di una cultura imprenditoriale evoluta che brevetta le innovazioni e crea marchi riconoscibili e quindi attrattivi. Ciascuna variabile è stata poi ricalcolata in modo da farle assumere un valore compreso tra zero e cento e le è stato attribuito un peso calcolato con diverse metodologie.

Redditi bassi allontanano i giovani

 I Paesi europei più attrattivi risultano: Lussemburgo che, però è considerato dai ricercatori “un caso speciale e poco significativo”, seguito da Paesi Bassi e Svezia e poi Irlanda, Germania, Danimarca, Austria, Slovenia e Belgio. L’Italia è su un gradino più basso ed è caratterizzata da una forte dispersione di risultati regionali, che rispecchia il grande divario nei livelli di attrattività di talenti tra le regioni del Nord e quelle del Sud, in cui le differenze di reddito tra le due aree giocano un ruolo rilevante. Il basso reddito è un fattore importante che spinge ad andarsene a cercare migliori opportunità altrove. Un’analisi più approfondita dei dati fa emergere l’”effetto capitale”. Molte delle regioni più attrattive ospitano la capitale della nazione; un’area che normalmente vede un’alta concentrazione di attività economiche e quindi anche di opportunità. È il caso delle già citate regioni che ospitano Stoccolma e Parigi ma anche dell’area metropolitana de Lisboa in Portogallo, della Comunidad de Madrid in Spagna, di Helsinki-Uusimaa in Finlandia, di Bratislavský kraj in Slovacchia e di Warszawski stoeczny in Polonia.

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