L’Istituto Italiano di Tecnologia e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Acquario di Genova, hanno recentemente pubblicato sulla rivista scientifica americana ACS lo studio “Biodegradable Zein-Based Biocomposite Films for Underwater Delivery of Curcumin Reduce Thermal Stress Effects in Corals”. L’obiettivo dello studio è stato dimostrare l’efficacia della curcumina (sostanza antiossidante estratta dalla curcuma) nel ridurre lo sbiancamento dei coralli, fenomeno causato principalmente dai cambiamenti climatici. Le due università hanno sviluppato un biomateriale biodegradabile a base di zeina (proteina derivata dal mais) per somministrare la molecola della curcuma senza provocare danni all’ambiente marino circostante. Durante i test svolti nell’Acquario di Genova si sono simulate le condizioni di surriscaldamento dei mari tropicali alzando la temperatura dell’acqua fino a 33°C. In questa condizione tutti i coralli non trattati sono risultati colpiti dal fenomeno dello sbiancamento come succederebbe in natura mentre tutti gli esemplari trattati con la curcumina non hanno mostrato segni di tale fenomeno. Questi risultati renderebbero il metodo efficace nel ridurre la suscettibilità dei coralli allo stress termico.
Per l’esperimento è stata utilizzata una specie di corallo (Stylophora pistillata) tipica dell’oceano Indiano tropicale e inserita nella Lista rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) tra le specie minacciate dal rischio di estinzione. I test eseguiti all’Acquario di Genova dimostrerebbero dunque un potere significativo nel prevenire lo sbiancamento dei coralli che determina la morte di questi organismi; in merito, i ricercatori hanno spiegato che la maggior parte delle specie coralline vive in simbiosi con alghe microscopiche di cui si nutrono; queste ultime, a causa dell’aumento delle temperature degli oceani, spesso si staccano dagli esemplari rendendoli bianchi e derivandone la morte. A riguardo gli esperti hanno altresì sottolineato che ad oggi non esistono interventi di mitigazione adeguati a prevenire lo sbiancamento dei coralli senza mettere in serio pericolo l’integrità di questi habitat e l’eccezionale biodiversità associata; diversamente, la curcumina somministrata su di esso insieme al biomateriale a base di proteina derivata dal mais risulterebbe essere sicura per l’ambiente.
Il primo autore dello studio, Marco Contardi, ricercatore affiliato del gruppo Smart Materials dell’Istituto Italiano di Tecnologia e ricercatore del DISAT (Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca ha dichiarato: “Questa tecnologia è oggetto di una domanda di brevetto depositata, infatti il prossimo passo di questa ricerca si focalizzerà sull’applicazione in natura e su larga scala. Allo stesso tempo, esamineremo l’utilizzo di altre sostanze antiossidanti di origine naturale per bloccare il processo di sbiancamento e prevenire così la distruzione delle barriere coralline”. Anche il co-autore Simone Montano del DISAT e vice direttore del MaRHE Center (Marine Research and Higher Education Center) dell’Università di Milano-Bicocca ha affermato: “L’utilizzo di nuovi materiali biodegradabili e biocompatibili capaci di rilasciare sostanze naturali in grado di ridurre lo sbiancamento dei coralli rappresenta una novità assoluta; credo fortemente che questo approccio innovativo rappresenterà una trasformazione significativa nello sviluppo di strategie per il recupero degli ecosistemi marini”.