mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Ambiente

Fini (Cia-Agricoltori): acqua tra siccità e sprechi è emergenza

Ogni giorno, in Italia, consumiamo circa 241 litri di acqua a persona e ne sprechiamo più di 150 litri, mentre nel mondo più di mille bambini, sotto i cinque anni, muoiono a causa di malattie legate ai servizi idrici. Sono le cifre sulle quali la Cia-Agricoltori riflette ricordando come la crisi idrica è un fenomeno globale a cui l’Italia è particolarmente esposta, una emergenza assoluta non più rinviabile.

Acqua come priorità

“La siccità sta mettendo in ginocchio tutto il Mediterraneo, trovando gran parte dell’Africa con la maggiore insicurezza idrica e l’Italia in una posizione di rischio forte 3, su scala da 0 a 5, per carenza di acqua piovana e di riserve negli invasi”, scrive la Confederazione, “la Cia-Agricoltori Italiani rinnova il suo appello a mettere l’allarme siccità in cima alle priorità dell’agenda politica globale e il Governo italiano a fare presto per risolvere l’emergenza”.

Subito scelte innovative

Entro il 2030 la domanda di acqua dolce supererà del 40% la disponibilità e Cia fa proprio il messaggio lanciato quest’anno per il World Water Day “Accelerare il cambiamento per risolvere la crisi idrica e igienico-sanitaria”, tornando a proporre il suo cambio di passo a trazione agricola. Per Cia, infatti, la crisi idrica richiede risposte rapide, organiche ed efficienti. “Occorre, quindi, una pianificazione di lungo periodo che metta a sistema azioni strategiche come: sbloccare e favorire il riutilizzo a uso agricolo delle acque reflue depurate; realizzare serbatoi artificiali ad uso multifunzionale, per la capitalizzazione dell’acqua (in eccesso/di riuso/di pioggia); avviare una rete di piccoli laghetti e invasi, “smart” sotto il profilo tecnologico e amministrativo, diffusi su tutto il territorio”.

Fermare il consumo di suolo

Inoltre, per la Cia-Agricoltori,  serve avviare urgentemente la sperimentazione in pieno campo delle nuove tecniche di miglioramento genetico (New Breeding Techniques – NBT) per colture più resistenti a calamità naturali ed eventi estremi, “oltre a dare al Paese una legge nazionale contro il consumo di suolo, visto che le aree perse, dal 2012 a oggi, avrebbero garantito l’infiltrazione di 360 milioni di metri cubi di pioggia”.

Crisi e deficit di primavera

“Intanto”, osserva la Confederazione, “la primavera è arrivata, per l’agricoltura si avvicina la stagione dei raccolti e, stime Cia, si prevede già un grande deficit nei campi con crolli produttivi dal 10% fino al 30%, per colture importanti come mais e riso. Pesa il 45% di neve in meno sulle Alpi e il Po a secco, una dispersione idrica arrivata al 40% e invasi che non trattengono più dell’11% di acqua piovana. Senza contare la spesa a carico degli agricoltori per mantenere comunque irrigate le colture”.

Attuare priorità e razionamenti

“Dalla riunione della Cabina di regia per la crisi idrica, ci aspettiamo adesso solo vero pragmatismo”, commenta il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, “sia rispetto all’individuazione del Commissario straordinario che riguardo al preannunciato provvedimento normativo con deroghe e semplificazioni. Bisogna fare quadrato sulle priorità e ragionando già sugli inevitabili razionamenti. Quella dei cambiamenti climatici”, conclude Fini, “è una sfida comune a tutto il Mediterraneo e globale. Per questo tutti i Paesi devono dotarsi di un’agenda condivisa di valori e politiche. Fa bene il presidente della Repubblica Mattarella a ricordarcelo”.

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