venerdì, 22 Novembre, 2024
Politica

Draghi si dimette. Mattarella: valuti in Parlamento

Mercoledì il Presidente del Consiglio dimissionario farà comunicazioni alle Camere

Stare al governo facendo ricatti è da meschini; governare subendo ricatti è da vigliacchi. Draghi né l’uno né l’altro. Chiude a testa alta la sua missione, dopo 17 mesi esatti. Lascia alla politica politicante il palcoscenico dell’operetta. Era chiaro a tutti che Conte aveva già deciso di sfilarsi dal Governo per impallinarlo in una lunga campagna elettorale. Draghi ha smascherato il giochetto. Ha mostrato attenzione ad alcune richieste di Conte ma non si è piegato ai diktat fuori luogo dei 5S.
Mattarella forse non si aspettava che Draghi fosse così determinato. Ha respinto le sue dimissioni perché vuole che il chiarimento avvenga in Parlamento.
Cosa potrà cambiare nei prossimi 5 giorni? Poco o nulla. Impensabile che Conte dopo aver fatto esplodere la bomba, mercoledì si travesta da artificiere e faccia di tutto per confermare la fiducia a Draghi che ormai non ne vuol sapere più niente. Sarebbe davvero una pochade poco divertente e anche un po’ degradante. Il dado è tratto e ora Conte sa che il suo posto è fuori da qualsiasi eventuale governo si possa immaginare.

Letta proverà a tessere una tela. Ufficialmente per rimettere insieme i cocci della maggioranza Draghi, ma più probabilmente per preparare il terreno ad un’altra soluzione verso la quale i 5S potrebbero astenersi. Il Pd cerca, nonostante tutto, di tenere i 5S agganciati all’area riformista.

Nel centrodestra anche stavolta sarà difficile vedere una linea unitaria. Il partito di Meloni è l’unico che in questa legislatura è sempre stato all’opposizione e preme da tempo perché si dia la parola alle urne. Nella Lega ci sono due anime: Salvini dice di volere elezioni subito per non lasciare a Meloni un ampio spazio di manovra. Ma sarà vero? L’ala più moderata che fa capo anche ai Presidenti di Regione leghisti si augura una continuità dell’azione di governo. Berlusconi che facilitò la formazione del Governo Draghi, potrebbe essere tentato di sostenere un altro governo, magari guidato da una personalità di lungo corso come Giuliano Amato, Presidente uscente della Corte Costituzionale e da sempre stimato dal Cavaliere.

D’altronde si sa che Forza Italia e la Lega vorrebbero prendere tempo per tentare di recuperare consensi e ostacolare la marcia trionfale di Meloni. Certo una crisi di mezza estate in piena tempesta bellica, economica, energetica, idrica e climatica… Ma come dice la canzone di Checco Zalone, la Prima Repubblica non si scorda mai…

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