mercoledì, 22 Gennaio, 2025
Economia

Uil, saldo Imu-Tasi da 10.2 mld

Con il prossimo saldo del 17 dicembre il conto complessivo dell’IMU/TASI sarà di 10,2 miliardi di euro (20,4 miliardi di euro il conto totale). Lo evidenzia uno studio della Uil. Oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati), dovranno presentarsi alla “cassa”, per il saldo dell’IMU/TASI. Il costo medio complessivo dell’IMU/TASI su una “seconda casa” ubicata in un capoluogo di provincia, spiega Ivana Veronese – Segretaria Confederale UIL – sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare con la rata di dicembre) con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città. Se si prendono, invece, in considerazione i costi dell’IMU/TASI sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli) sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.610 euro (1.305 euro con il saldo) con punte di oltre 6 mila euro.

Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) dovrà versare l’IMU/TASI con l’aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro con il saldo) con punte di 110 euro annui. La media dell’aliquota applicata per le seconde case tra IMU e TASI, commenta Ivana Veronese, ammonta al 10,1 per mille e, in molti Comuni (480 municipi di cui 18 città capoluogo) è stata confermata “l’addizionale TASI” (fino a un massimo dello 0,8 per mille),introdotta per finanziare, negli scorsi anni, le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l’aliquota fino all’11,4 per mille. Questi dati emergono dal Rapporto IMU/TASI 2018 elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della UIL.

Secondo i risultati del rapporto, il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con 2.064 euro medi; a Milano, invece, si pagheranno 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro; a Genova 1.775 euro; a Torino 1.745 euro. Valori più “contenuti”, invece, ad Asti con un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro; a Catanzaro con 659 euro; a Crotone con 672 euro; a Sondrio con 674 euro. Per una seconda pertinenza della stessa categoria catastale, a Roma si pagano mediamente 110 euro annui (81 euro per una cantina o 139 euro per un box-posto auto); a Milano 99 euro annui (76 euro per una cantina, 122 euro garage o posto auto); a Bologna 96 euro annui (68 euro per una cantina, 123 euro per un garage o posto auto); a Firenze 95 euro annui (67 euro per una cantina, 122 euro per un garage o posto auto); a Napoli 95 euro annui (67 euro per una cantina, 123 euro per un garage o posto auto). Stante il blocco delle aliquote anche per l’anno in corso le stesse non hanno subito rialzi, ma non hanno nemmeno subito ribassi. In nessun capoluogo si è utilizzata questa opzione e, quindi, sono state riconfermate le aliquote dello scorso anno.

18 città hanno confermato l’addizionale della TASI sugli altri immobili, per cui in questi Comuni le aliquote superano quella massima dell’IMU (10,6 per mille). In particolare Roma, Milano, Ascoli, Brescia, Brindisi, Modena, Potenza, Rieti, Savona, Verona hanno scelto l’aliquota dell’11,4 per mille; Macerata l’11,3 per mille; Terni e Siena, l’11,2 per mille; Lecce, Massa e Venezia l’11 per mille; Agrigento il 10,9 per mille; Caltanissetta il 10,7 per mille. Altre 70 città capoluogo, sempre sulle seconde case, applicano l’aliquota del 10,6 per mille tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari. “Il Governo ha deciso, per il prossimo anno, di eliminare il blocco delle aliquote dei tributi locali e dopo tre anni di sostanziale blocco all’orizzonte si profila un aumento della pressione fiscale a livello locale che potrebbe interessare, oltre le Addizionali IRPEF, anche l’IMU/TASI in oltre 6.000 Comuni – afferma la Uil -. Chiediamo al Governo e al Parlamento, conclude Ivana Veronese, di mantenere anche per il prossimo anno il blocco delle aliquote e lavorare parallelamente per riprendere il cammino interrotto, completando il sistema della finanza locale, nel quadro più complessivo del riordino fiscale nazionale”.

“Infatti, negli ultimi anni, dall’abolizione della TASI sulla prima casa in poi, stiamo assistendo a un ritorno della finanza derivata, costituita dai trasferimenti dallo Stato ai Comuni, con l’effetto che questi trasferimenti restando inalterati negli anni (spesa storica) fanno correre il rischio di ingessare i Bilanci degli Enti Territoriali – conclude il sindacato -. In particolare, sulla tassazione immobiliare, venendo meno il concetto di ‘tassa sui servizi’, va semplificato il meccanismo riunendo in un’unica imposta l’IMU e la TASI.

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