“Attendiamo di vedere il testo definitivo del decreto che introduce l’obbligo di fatturazione elettronica anche per i contribuenti in regime forfettario, che abbiamo sostenuto e che condividiamo, ma le bozze visionate contengono differenziazioni che comportano complicazioni e confusione nonché una discriminazione tra soggetti che se applicano il regime forfettario non sono certo strutturati, indipendentemente dai ricavi dichiarati. Allora perché 25 mila euro e non 26 o 30 mila?
Ritengo che, in ambito fiscale, si debba evitare di porre paletti la cui rigidità comporta inevitabilmente discriminazioni. Bisogna inoltre evitare di introdurre modifiche a un regime fiscale in corso d’anno, per questo nei prossimi giorni chiederemo al Governo e al Parlamento la non applicazione delle sanzioni per tutto il secondo semestre 2022 e non come attualmente sembrerebbe normato solo su base mensile per il primo trimestre di applicazione, portando quindi l’obbligatorietà a regime dal 1° gennaio 2023.
Purtroppo quello che si deve registrare è che di semplificazione pare che se ne parli soltanto, perché spesso i provvedimenti di carattere fiscale contengono una serie di complicazioni assolutamente evitabili, come si potrebbe fare nel caso in oggetto per l’obbligo di fatturazione elettrica per i forfettari. ”Con queste parole il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) Riccardo Alemanno, ha commentato le prime indicazioni circa l’obbligo di emissione della fattura elettronica anche da parte dei contribuenti in regime forfettario. Si attende pertanto il testo ufficiale e definitivo del decreto, per poi valutare le richieste di eventuali modifiche al Parlamento, anche se tutto ciò si potrebbe evitare se le rappresentanze degli intermediari fiscali abilitati, quelli che effettivamente nella quotidianità vivono le problematiche dei contribuenti, fossero interpellate prima di emanare norme in ambito fiscale.