A marzo il Governo ungherese ha imposto limitazioni alle esportazioni di cereali a causa della guerra in Ucraina. La Commissione europea ha formalmente chiesto di ritirare il provvedimento.
Nella lettera firmata dai commissari UE all’Agricoltura e al Mercato Interno – evidenzia Confagricoltura – si sottolinea che le misure varate, in sintesi la preventiva autorizzazione delle autorità statali, hanno l’effetto di un vero e proprio bando alle esportazioni. “Grazie a una politica agricola comune finora orientata sulla produzione e sulla competitività delle imprese, – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – i rifornimenti per i cittadini europei continuano a essere assicurati, anche se dobbiamo fare i conti con un aumento senza precedenti dei costi che, senza adeguati interventi da parte della UE e del governo, può limitare i cicli produttivi”.
“L’Unione europea ha anche una responsabilità in termini di sicurezza alimentare nei confronti dei Paesi meno avanzati – prosegue Giansanti – In un recente rapporto del WTO si rileva che in Africa e nel Medio Oriente le importazioni di grano da Ucraina e Federazione Russa coprono il 50% del fabbisogno di cereali. In alcuni Paesi africani già si registrano aumenti dei prezzi per i cereali tra il 50 e l’80%. Quasi la metà del grano gestito dal Programma alimentare mondiale della FAO arrivava dall’Ucraina.
Senza un programma straordinario di aiuti, c’è il rischio di una crisi alimentare su scala internazionale che avrebbe pesanti conseguenze di ordine sociale e sul fronte dell’immigrazione clandestina”, conclude il presidente di Confagricoltura.