domenica, 22 Dicembre, 2024
Società

Un piccolo frate sfida la Ue senza cuore

Si è concluso il “pellegrinaggio” nel cuore dell’Europa di Fratel Biagio.

Il “San Francesco di Palermo” ha percorso oltre 1500 km per arrivare a Bruxelles, sede del Parlamento Europeo per parlare di veri diritti umani agli eurodeputati.

Lo ha fatto alla sua maniera: con l’umiltà e la preghiera, facendosi esule, camminando sulle rotte dei migranti.

Il missionario è partito da Palermo con il traghetto per arrivare a Genova. Da qui, a piedi, ha raggiunto Milano. Poi, sempre rigorosamente a piedi è andato in Svizzera, passando per la capitale Berna.

Successivamente ha percorso parte di Germania e Francia per giungere a Strasburgo, dove ha incontrato il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli al quale ha consegnato una lettera.

Nel corso del suo percorso fratel Biagio ha parlato con vescovi, sacerdoti, emigranti italiani, politici, gruppi di preghiere e tanti cittadini di vari paesi per ricordare a tutti la  centralità della dignità umana.

Il missionario palermitano, vestito di un umile saio e con i classici sandali aperti con cui ha sfidato il gelo, è arrivato stremato a Bruxelles dopo 116 giorni di traversata.

È stato accolto in un convento francescano. Qui riposerà qualche giorno e per curare le ferite ai piedi, quindi si recherà al Parlamento Europeo per dialogare con tutti della solidarietà, dell’accoglienza, delle fasce sociali più deboli. La lettera che Fratel Biagio ha consegnato al Presidente del Parlamento Ue veri diritti umani è stata tradotta in sette lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, polacco, romeno, greco) per raggiungere tutti gli eurodeputati.

La storia del religioso è molto simile a quella del Poverello di Assisi. Anche lui figlio della borghesia, a 26 anni inizia un percorso di crescita interiore che lo porta lontano dall’azienda di famiglia. All’inizio vive da eremita, poi conosce un pastore che gli dà la possibilità di lavorare e di meditare in silenzio. Dopo un periodo vissuto in questo modo, decide di  affrontare un viaggio fino ad Assisi per andare alla scoperta del pensiero e dell’autenticità di San Francesco. Il suo unico compagno è un cagnolino che decide di chiamare “Libertà”. Tornato a Palermo, medita se partire per l’Africa a fare il missionario, ma sotto i portici della stazione scopre gli “scartati” della società e decide di aiutarli. In questo modo nasce la Missione “Speranza e Carità” che oggi fornisce assistenza a centinaia di persone al giorno.

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