giovedì, 19 Dicembre, 2024
Lavoro

Dure critiche della Cgil “Salari e taglio Irpef? Un flop. Ai lavoratori solo spiccioli”

“I vantaggi dei tagli Irpef per i lavoratori? Solo pochi euro al mese”. Conti alla mano la Cgil torna a ribadire come il sistema fiscale sia particolarmente “iniquo” nei confronti dei lavoratori e per le fasce
salariali più povere. La riforma fiscale per la Cgil non ha provocato la svolta attesa dal Governo ma ha confermato le disuguaglianze e le ragioni critiche del sindacato .

Legge “iniqua”, va cambiata

Per la Cgil l’arrivo delle buste paga con gli esiti della riforma dell’Irpef sono la dimostrazione che lo sciopero del 18 dicembre scorso si sia fondato su dati oggettivi. La riprova che il sindacato illustra
con grande evidenza è oggi certificata dalle buste paghe consegnate ai lavoratori. “L’iniquità dell’intervento fiscale prodotta dalla legge di Bilancio è chiaramente misurabile: basta controllare le buste paga che i
lavoratori hanno ricevuto in questo giorni”.

Stipendi senza effetto Irpef

“L’impoverimento di lavoratori e pensionati”, evidenzia la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, “aggravato dall’aumento dei costi dell’energia, poteva essere sostenuto dalle
misure fiscali, dando priorità alle fasce economicamente più deboli della popolazione. Si è scelto di fare esattamente l’opposto, con l’aggravante dell’intervento sull’Irap”.

La riforma flop, gli esempi

Il Centro studi della Cgil ha esaminato diverse tipologie di contratto con l’obiettivo di dimostrare come l’intervento reale a favore dei lavoratori dei tagli Irpef non ci sia stato, mentre il guadagno si
traduca in pochi euro al mese.
“Cinzia è un’impiegata informatica, guadagna 28.898 euro l’anno. Il suo “vantaggio” fiscale sarà di 36 centesimi al mese. Claudia è un’addetta alle pulizie, ha un contratto part-time guadagna
8.846 euro l’anno  Il suo “vantaggio” fiscale sarà di 3,18 euro al mese. Stefano è un commesso, guadagna 23.037 euro l’anno. Il suo “vantaggio” fiscale sarà di 10,27 euro al mese.Luisa è una CoCoCo nel settore
privato guadagna 9.311 euro l’anno.Il suo “vantaggio” fiscale sarà di 2,55 euro al mese.
Giovanni è un operaio nel settore metalmeccanico. Guadagna 24.530 euro l’anno il suo “vantaggio” fiscale sarà di 6,98 euro al mese.

Guido è un collaboratore scolastico con 35 anni di servizio guadagna 23.225 euro l’ann.Il suo “vantaggio” fiscale sarà di 9,85 euro al mese. Anna è una docente di scuola secondaria con 25 anni di servizio guadagna 34.272 euro l’anno il suo “vantaggio” fiscale sarà di 6,49 Euro al mese.

Troppe le disuguaglianze

Per la Cgil la riforma del fisco non ha preso atto delle disuguaglianze crescenti. Non ha tenuto conto dei calcoli e proiezioni del sindacato che avevano posto il problema di come “si dia tanto a chi ha già tanto e
poche briciole a chi stenta ad arrivare a fine mese”.
“La legge delega fiscale in discussione in Parlamento rischia di diventare un’occasione mancata se non si stabiliscono”, sottolinea la vicesegretaria generale della Cgil, “le priorità della progressività,
dell’equità fiscale e della redistribuzione”.

Una svolta coraggiosa

Sono cifre che il sindacato ritiene chiare ed esplicative, e soprattutto, come la riforma non può essere attuata così come già stabilità dal Governo.
“In uno scenario di gravissima crisi economica”, sottolinea ancora la Cgil, “con una pandemia che non accenna ad allentare la sua morsa sul tessuto sociale del Paese, ci saremmo aspettati una riforma del fisco coraggiosa, attenta alle fasce più vulnerabili della popolazione e progressiva, dove chi ha di più contribuisce in misura maggiore e chi ha di meno riceve in misura maggiore”.

Il sindacato, la lotta continua

Se non ci saranno novità la Cgil annuncia che le iniziative di lotta proseguiranno. Che la riforma aumenta le differenze tra chi ha molto e chi ha poco. “Il Governo spreca l’opportunità di investire su una seria
riforma del Fisco”, sottolinea infine la Cgil, “dando tanto a chi ha già tanto e poche briciole a chi stenta ad arrivare a fine mese. Per questo motivo, la mobilitazione continua. La Cgil non si ferma”.

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