“E’ chiaro che sarà necessaria una revisione della quarantena, ma non credo sia questo il momento per rivederla perché oggi circola sia la variante Omicron che la Delta, che è quella poi prevalentemente responsabile delle persone ricoverate in terapia intensiva. Credo che sia auspicabile una variazione della quarantena, ma probabilmente ad un paio di settimane da oggi: tra 10 o 15 giorni, ma non adesso perché si rischia di ridurre la quarantena di persone vaccinate, perché è su queste che andrebbe ridotta, che non hanno la variante Omicron ma la Delta, che in questo momento sta dando i maggiori problemi nel senso che la maggior parte dei ricoveri e dei decessi che abbiamo sono ancora legati alla Delta”.
Cosi’ a Timeline, su Sky TG24, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri rispondendo alla domanda se sia allo studio una revisione del periodo di quarantena. “Quando la Omicron – ha proseguito – avrà preso il sopravvento sulla variante Delta verosimilmente anche i rischi saranno, per due ragioni, inferiori. Primo, perché si tratta di una variante più diffusiva ma probabilmente, anche se aspettiamo dati certi, meno cattiva. Secondo, probabilmente è meno patogena perché agisce su una popolazione prevalentemente vaccinata. Quindi è chiaro che una revisione sarà necessaria, ma è sulla tempistica e l’immediatezza che aspetterei qualche dato conclusivo in più. E in ogni caso aspetterei un parere della struttura scientifica alla quale ci affidiamo”.
“Stiamo uscendo dalla pandemia – ha aggiunto -, perché verosimilmente questa variante Omicron è il canto del cigno di questo virus. Aspettiamo di capire esattamente come realmente si comporta, lavoriamo sulla quarantena, riduciamola, come già per altro si fa per coloro che sono vaccinati, vediamo di quanto ridurla e a chi, e liberiamo magari le persone con un test diagnostico”. Su quest’ultimo aspetto il sottosegretario ha detto:
“Aspettiamo dati più certi, perché Omicron rimescola un po’ le carte anche su quella che è la diagnostica: tra un test molecolare e uno rapido io francamente oggi consiglierei più il primo che il secondo”.