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Il sorpasso politico di Meloni su Salvini

"Un Presidente patriota". La leader di Fratelli d'Italia lancia un campo largo conservatore e spiazza la Lega
lunedì, 13 Dicembre 2021
2 minuti di lettura

Non è un soprasso a destra, ma comunque molto pericoloso per Salvini. Nei sondaggi Fratelli d’Italia ha già due punti in più della Lega. Ma con la festa di Atreju Meloni ha tolto a Salvini ogni possibilità di essere il punto di riferimento del centro-destra. E non certo per la sfilata di capipartito che sono transitati sul palco. Giorgia si è cucito addosso l’abito di chi prende in mano una bandiera precisa, quella del conservatorismo, e dialoga a tutto campo, senza inciuci e senza complessi, con avversari che non considera nemici e che la ritengono più affidabile di Salvini. La prima verifica si avrà sulle elezioni del Capo dello stato. L’asse dei Matteo (Salvini e Renzi) sembra essere stato messo nell’angolo dalla diplomazia di Meloni e Letta che si comportano già da leader dei primi due partiti, tali almeno sono oggi nelle intenzioni di voto. E usano lo stesso linguaggio, campo largo della sinistra – campo largo dei conservatori.

Al di là dei toni, ovviamente forti e identitari, nel suo intervento finale Meloni ha disegnato i contorni di un partito non reazionario ma conservatore, una sorta di terza via tra la destra lepenista francese e i Cristiano sociali tedeschi.

Un punto chiave di questo progetto è l’idea di una confederazione europea che abbandona il sogno del federalismo. A differenza delle confuse visioni salviniane in materia, quella di Meloni è una chiara indicazione che cerca di tenere insieme le sovranità nazionali e le politiche comuni indispensabili. Si tratta di capire su quali temi i singoli Paesi membri dell’Unione dovrebbero cedere sovranità: la difesa? La sicurezza? La politica fiscale? L’immigrazione?

Nel Parlamento europeo Meloni ha già conquistato la guida di un raggruppamento Ecr (Europei conservatori e riformisti). In Italia Meloni vuol conquistare il primato che un tempo era di Berlusconi: cementare il centro-destra con azioni inclusive. Diverse dalle scorribande di Salvini che hanno decimato Forza Italia ma non hanno dato maggior forza alla Lega. Per raggiungere il suo obiettivo Meloni vuol aprire le porte di Fratelli d’Italia agli scontenti di Lega e Forza Italia e ai tanti disorientati di quell’area. Un’operazione che avrà il suo primo passo necessario nel sostegno alla candidatura di Berlusconi al Quirinale.

Un atto dovuto per Meloni che comunque non si nasconde le difficoltà di trovare una maggioranza ampia su quel nome.

Meloni non vuol “regalare” il Quirinale alla sinistra. Vuole elezioni politiche il prima possibile e su questo Letta potrebbe essere d’accordo. I sondaggi di oggi sono buoni e l’elettorato cambia idea con velocità. L’elezione di Berlusconi consoliderebbe il governo Draghi fino al 2023. Letta voterebbe per Draghi al Quirinale ma Meloni parlando di un “Presidente patriota” fa capire che non è entusiasta del Presidente del Consiglio.

Alla fine, se i voti per Berlusconi non ci dovessero essere, Meloni potrebbe cercare un’intesa con Letta giocando sulle divisioni della sinistra proponendo un candidato che tenga unito il centro destra ma che sia accettabile anche per il Pd.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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