lunedì, 16 Dicembre, 2024
Esteri

Indebolire la presidenza Biden un errore molto grave. Usa ed Ue insieme per scelte strategiche comuni

Il fallimento dei 20 anni in Afghanistan viene fatto ingiustamente ricadere sulle spalle di Biden, Presidente da 7 mesi. Si dimentica che la missione è stata gestita per 8 anni da Bush, 8 anni da Obama e 4 anni da Trump che ha firmato l’accordo bilaterale con i Talebani e deciso il ritiro delle truppe che Biden ha dovuto completare.

A chi conviene una Casa Bianca ridotta ad anatra zoppa? Non certo a chi ha a cuore il destino di quello che si chiamava “mondo libero” e che oggi sembra aver dimenticato che quella libertà fu riconquistata e difesa a caro prezzo.

 

La superficialità con cui politici e commentatori stano analizzando la situazione in Afghanistan è sconcertante. Si dimentica che per 20 anni Usa e Nato sono stati lì con il consenso dei Parlamenti dei Paesi impegnati, che ogni anno hanno approvato lo stanziamento di risorse.

Si dimentica che nel Febbraio 2020 Trump ha sottoscritto l’accordo capestro a favore dei Talebani, escludendo dalle trattative il governo legittimo di Kabul. Dov’erano i politici e i severi moralisti commentatori che oggi si stracciano le vesti e se la prendono con Joe Biden?

Silenti e distratti, come al solito, ma pronti a saltare addosso all’unica speranza che ha l’America, e con lei l’Europa, di ritrovare una politica estera seria, costruttiva dopo il militarismo di Bush jr., le vaghezze di Obama e lo smantellamento di qualsiasi presenza strategica degli Usa operata da Donald Trump.

 

MOSCA E PECHINO GONGOLANO
Mentre in Occidente ci si diverte a dileggiare Biden, Pechino e Mosca gongolano sperando che questa opera di delegittimazione  della Casa Bianca fiacchi ulteriormente il prestigio degli Usa. Proprio nel momento in cui il Presidente americano sta cercando di riparare i danni provocati da Obama e Trump.

Se gli Stati Uniti si indeboliscono sono a rischio libertà e democrazia in Europa e nell’altra sponda dell’Atlantico. A vantaggio dell’espansionismo di due regimi autocratici, quello cinese e quello russo, che non vanno tanto per il sottile.

E’ questo che si augurano i soloni a corrente alternata, a destra come a sinistra, che se la prendono con Biden incuranti delle conseguenze drammatiche di una perdita di credibilità dell’Amministrazione americana?

 

RIFLESSIONE COMUNE USA-UE
Riflettere sugli errori commessi è indispensabile. Ma è una riflessione che si deve fare non contro ma insieme agli Stati Uniti. Bisogna rivedere le scelte fatte in 20 anni, la loro adeguatezza per affrontare i problemi che si volevano risolvere, imparare dagli errori e definire un modo nuovo di operare insieme sui vari scacchieri internazionali.

L’Europa, invece di fare la prima della classe -ruolo che non si  è mai conquistato se non a chiacchiere- deve proporsi come l’interlocutore autorevole degli Stati Uniti. Insieme bisogna decidere cosa fare nei prossimi mesi ed anni per riequilibrare un mondo  che si è sbilanciato a favore dei nemici della libertà e della democrazia. L’Europa deve avere il coraggio di chiedere agli Stati Uniti di poter decidere alla pari le grandi strategie di politica internazionale senza mandare in avanscoperta gli Usa e poi valutare se accodarsi, con o senza mille distinguo.

Siamo ad un passaggio storico cruciale e non ce ne rendiamo conto. Nei prossimi anni si deciderà se nel mondo conteranno più i Paesi liberi o quelli dittatoriali. Non sarà una partita facile da vincere. Soprattutto se prevarrà l’autolesionismo che sta dilagando di qua e di là dell’Atlantico.

 

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