venerdì, 29 Marzo, 2024
Cultura

Letteratura e protocolli Covid

L’avv. Diego Perugini, sulla scia dei colleghi che avevano pubblicato nell’aprile 2020 la raccolta “Co-Veni, Co-Vid, Co-Vici“, si esordisce con il romanzo giallo  “Protocollo Alfa“, pubblicato sempre da BastogiLibri. La storia di un gaudente  avvocato, che improvvisamente catapultato nel dramma globale della virulenza, viene contagiato del virus più temuto, l’amore.

In concorso per l’edizione 2021 del Premio IusArteLibri, il romanzo è il pretesto ideale per consentire ai giuristi Gaetano Scalise e Giuseppe Belcastro e Adolfo Scalfati di sottolineare come  il covid abbia inciso sul processo penale e per la sociologa Alessandra Sannella  di riportare l’attenzione sul ruolo del sogno e della speranza nell’apodittica dimensione pandemica.

Nello studio legale di Emilio, il protagonista, così come nel tuo campeggia un quadro onirico “Il Trillo del diavolo”. Anche il romanzo è nato da un sogno?
Durante il lockdown molti hanno perso la capacità onirica. Non io. Improvvisamente la mia testa era abitata dai personaggi del romanzo e dalle loro storie e così in meno di quindici giorni li ho consacrati alla carta. Una scrittura di getto, quasi analoga alla famosa partitura del trillo del diavolo di Tartini. Difatti ho voluto in copertina il quadro che ritrae la leggenda dello stradivari nero con cui ancora oggi il violinista Rimonda esegue il “diabolico” pezzo.

Anna è una donna che “sembrava fatta di sfumature” ed Emilio era  “attratto da lei come l’ago di una bussola dal nord” grazie al suo profumo. Quanto ti somiglia Emilio?
Si scrive sempre qualcosa di se stessi e delle persone che conosciamo e che abbiamo conosciuto. Le bozze del romanzo le ho fatte correggere da due donne: mia sorella e la mia compagna.

Come si inserisce il romanzo nella tematica dell’edizione 2021 del concorso?
Il Covid ha inciso sulla nostra idea di appartenenza, di Patria, di solidarietà verso i deboli. Emilio non si sottrae al suo compito. Sfida la sorte e rischia la vita pur di salvare il mondo. Non è un caso che il Protocollo si chiami Alfa. Tutto ha inizio nella fine.

Anche per la presentazione del tuo libro, la voce narrante è stata quella dell’avvocato -attore Alessandro Coccoli. La Creatività va a braccetto con il diritto?
Il premio IusArteLibri è una esemplificazione di tale simbiosi. I giuristi non applicano solo leggi ma le creano.Noi avvocati siamo istrionici con talenti creativi che vanno dalla pittura al teatro. Abituati a calcare la scena nelle aule e negli studi, ma soprattutto abituati a scrivere atti, amiamo le parole.

Lei è un esordiente della scrittura narrativa. Come definirebbe il suo stile?
Sono rimasto molto stupito dal gradimento che Protocollo Alfa ha avuto. Lo stile lo definirei “asciutto”, anche perché, senza falsa modestia, c’è una trama molto articolata e densa di colpi di scena, per cui ho preferito snellire le parole. E poi mi sono avvalso della stessa dote del mio protagonista: il disicantamento. Come Emilio lascio che le cose accadano.

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