venerdì, 26 Aprile, 2024
Società

Studentessa etiope nel Parlamento della Legalità Internazionale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera aperta inviata da una studentessa etiope al nostro collaboratore Niccolò Mannino.

Caro Prof. Nicolo’Mannino,

Il mio nome è Afrah, ho 20 anni e sono di nazionalità Etiope. Volevo condividere con lei questi miei pensieri. Quando ero piccola volevo fare la ginecologa, poi il medico, ballerina, poliziotta, militare e tanti altri mestieri, e ora? Ora ho la disperazione assoluta e l’obiettivo di essere semplicemente indipendente, qualsiasi lavoro sia, basta che sia umile, lo farei… perchè? Perchè ora è cosí? Perchè non puntare in alto?, pensare che mi meriti di fare quello che mi piace veramente?, non si tratta solo di me, si dice che il 20% dei giovani non sognano più, e il 42% vuole andarsene dalla nostra bellissima Italia.

Volendo esprimere la mia opinione, penso che tutto inizi dal cellulare. Passiamo più tempo al cellulare piuttosto che hai libri, quei libri che ci trasportavano in modi paralleli, avventure, amori, viaggi, dandoci la possibilità di abituare il nostro cervello alla lettura, e di conseguenza alla concentrazione sullo studio. I giovani sognano, ma non fanno nulla per realizzarlo, e penso che che qui ci sia il compito di un adulto nel motivarli, nell’incoraggiarli, perché se diamo per scontato su tutto come oramai l’umanità fa, la nuova generazione non andrà avanti. Io sono la prima a non saper cosa fare e rimanere col mio sogno oppresso, ma so, che se dovessi prendermi finalmente il diploma, voglio provare a vivere mestieri che veramente potrebbero piacermi, iniziando come spedizioniere doganale, hostess, qualsiasi cosa che mi metta a contatto con altri paesi.

Professore , so che lei è molto disponibile nell’aiutare  e ascoltare i silenzi dei giovani  come sta aiutando me, nel realizzare il primo passo per il diploma. La prego,  aiuti tanti altri giovani che sicuramente sono nel  buio, e avranno perso la loro strada. Li aiuti a realizzare il loro più grande sogno, nulla è impossibile. Quando partecipavo alle sue lezioni, nonostante fossi stanca mentalmente, per mille cose che mi accadevano, a fine lezione, dimenticavo a tutte le preoccupazione che avevo e iniziavo a pensare alla sua lezione, alle sue parole, come se fossero riferite a me. Mi faceva sentire fortunata di ciò che avevo, che dovevo apprezzare di quel che ho. Avevo  17 anni, quelli non erano i problemi veri della vita, nonostante per me erano i più grandi. Mi faceva ricordare che io sono forte, che ho passato ben peggio di alcuni problemi adolescenziali.

Io  sono la ragazza che ha attraversato il mare, visto il dolore della gente che soffriva, che aveva paura di morire, di non riuscire ad arrivare in Italia per poi conseguenza portare  i loro figli per dargli un futuro migliore, di morire li e abbandonarli. Grazie al Parlamento della legalità internazionale , ho fatto un cammino fantastico, dove ho potuto condividere la mia storia, senza che la gente fosse dispiaciuta per me, anzi mi guardavano come una ragazza degna di uno sguardo da eroina e una persona degna di mille valori. Lei professore mi ha dato l’opportunità di poter essere la Presidente del parlamento della legalità multietnico , dove ho potuto conoscere persone meravigliose come il vice presidente del parlamento legalità internazionale  Salvatore Sardisco. Con questo cammino ha  dato modo a noi giovani di esprimerci, di farci avanti e farci sentire con il cuore in mano e la forza di chi ama la vita.

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