lunedì, 18 Novembre, 2024
Cultura

“Altrove”, un viaggio fra i ricordi (e le illusioni politiche)

 Un incontro casuale, un crollo emotivo, una cavalcata lungo il filo dei ricordi. Sono questi gli elementi di «Altrove», un libro appassionante che si intreccia con gli eventi politici italiani degli ultimi anni. La vicenda prende spunto da un evento fortuito, di per sé insignificante quale può essere un saluto con un amico di vecchia data, per accendere i riflettori sul passato della protagonista, Margherita. La donna finisce in una crisi che la porta a capire di dover fare i conti con quel vissuto che ha volutamente archiviato, senza mai averlo veramente elaborato. E per farlo, si affida alla memoria, redigendo una sorta di diario personale con il quale racconta la relazione con il ragazzo del nord, gli interessi che l’hanno accompagnata nella crescita, il dolore che l’ha travolta.

La Discussione ha incontrato l’autrice, Simona Rubeis, giornalista professionista, appassionata di teatro, che ha deciso di utilizzare la scrittura per incardinare il suo sistema di valori in una storia giovanile, con una evoluzione drammatica.

 

PERCHÈ “ALTROVE”?

Perché è il perno attorno a cui ruota l’intero racconto. Tutto parte da un incontro alla stazione ferroviaria, “l’altrove” per eccellenza, sia da un punto di vista fisico che psicologico. Ma nel libro vengono tracciati tanti altri piccoli e grandi “altrove”: Margherita suona, e quando è a tu per tu con la tastiera finisce in un’altra dimensione; quando si siede sulla poltrona di un teatro, si lascia catturare, si fa rapire. Va altrove, evade da ciò che la circonda. E poi c’è Roberto, il protagonista maschile, che è uno spirito libero e per stare in armonia ogni tanto deve sabotare i confini dei legami interpersonali. Deve andarsene “altrove”…anche lui..

 

QUINDI L’ACCETTAZIONE È POSITIVA?

Non sempre, infatti la parola di per sé è neutra. Sono gli eventi a cui si aggancia che possono attribuirle un connotato positivo o negativo. Per esempio, da un certo punto in poi, a causa di uno stato di enorme sofferenza, Margherita si ritrova a vivere uno scollamento da ciò che la circonda. In questo caso, “altrove” è sinonimo di mancanza di aderenza al reale, un fenomeno invalidante e triste.

E poi, tutto è soggetto alla chiave di lettura che si utilizza. Per esempio, possiamo dire che Margherita è una persona che a volte, per stare bene, deve fuggire con la testa. E forse non sempre, o almeno non per tutti, l’atteggiamento ha un connotato positivo.

 

IN QUESTO LIBRO SI PARLA DI ALCUNI EVENTI DI POLITICA ITALIANA. COME MAI?

Mi premeva imprimere sulla carta un cosa in cui credo molto, cioè che la politica è parte integrante della nostra vita quotidiana e, dunque, tutti dovremmo occuparcene. È vero che chi governa deve agire per il bene pubblico, ma questo non basta: dovremmo sentirci parte di un progetto condiviso, finalizzato alla creazione di una società corretta, equa. Non possiamo deresponsabilizzarci delegando il compito solo ad altri. Nel momento in cui ci sentiremo parte di una comunità saremo in grado di solidarizzare fra di noi ed impareremo a portar rispetto a questo meraviglioso Paese, contribuendo a scardinare l’impasse in cui ogni tanto si va ad impantanare. 

«Altrove», in vendita su Il MIO LIBRO.

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