martedì, 23 Aprile, 2024
Economia

l Sostegni. Confcommercio e Confesercenti deluse: forti limiti e pochi incentivi. Cifre insufficienti. Il Governo faccia di più

“Forti limiti”. Confcommercio non è soddisfatta del Decreto Sostegni e lo fa sapere attraverso il suo presidente Carlo Sangalli. “Il decreto sostegni ha ancora forti limiti. I parametri per ottenere gli indennizzi sono troppo selettivi e le risorse sono insufficienti”, osserva il leader di Confcommercio, “le speranze sono appese ai vaccini, ma intanto le imprese non hanno più riserve per andare avanti. È  vitale ‘fare tutto ciò che è necessario’, come ha detto il presidente Draghi per salvare l’Unione europea, ma farlo in chiave italiana”. Confcommercio non chiude o polemizza oltre una c’era soglia, almeno per ora, è all’invito di rivedere le cifre di indennizzo dei commercianti, ma la situazione rimane di tensione. Nel merito delle scelte del Governo il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Sostegni, che distribuisce i 32 miliardi di extradeficit autorizzati dal Parlamento in cinque macro-capitoli: aiuti alle attività produttive; sanità e vaccini; enti locali; finanziamenti a scuola, cultura e filiere; pacchetto lavoro.

Si tratta di fatto della prima manovra economica del governo Draghi, alla quale ne seguirà un’altra, un nuovo scostamento di bilancio che il Parlamento dovrà approvare. Confcommercio come molte associazioni di categoria si pone in una situazione di attesa. Dura, invece, la presa di posizione di Confesercenti che giudica i Sostegni previsti dal Governo Draghi una “Ennesima, grave delusione per gli imprenditori”.

“Complessivamente, e ancora una volta, le risorse assegnate dal DL Sostegni per le imprese sono assolutamente insufficienti:”, sottolinea Confesercenti, “anche considerando le tranche di contributi a fondo perduto arrivati lo scorso anno, si copre meno del 7% del fatturato perso dalle attività economiche nel solo 2020. Non solo: non arriveranno prima di fine e aprile, e non c’è assolutamente niente per il primo trimestre del 2021, che invece di portare la pronosticata ripresa, ha visto aggravarsi ulteriormente l’emergenza delle imprese, ormai esasperate”. Nei calcoli di Confesercenti lo scorso anno la pandemia ha causato la perdita di oltre 300 miliardi di fatturato, come accertato dall’Agenzia delle Entrate. “Sommando le risorse stanziate dal Decreto Sostegni a quelle distribuite precedentemente, si arriva appena 22 miliardi”, osserva la Confesercenti, “Una cifra insufficiente a coprire pure i costi fissi: secondo le nostre stime servirebbero ancora altri 18 miliardi di euro anche solo per recuperare una soglia minima del 10% delle spese.

Una scarsità di risorse inaccettabile e che è evidente soprattutto per le imprese familiari, in media di minori dimensioni: sommando tutti i ristori, un’attività che fatturava 100mila euro nel 2019 e ne ha persi 80mila nel 2020 otterrà in tutto tra i 6 e i 7mila euro. E se per caso non avesse ricevuto le prime tranche, perché esclusa dal codice ATECO, riceverebbe in tutto appena 4mila euro: il 5% delle perdite”. Non è tutto da buttare, almeno alcune cose positive la Confederazione degli esercenti, le intravede.

“Alcuni progressi, nel provvedimento, ci sono. Ad esempio, l’inclusione delle attività nate nel 2019 e nel 2020, così come l’abbandono del codice ATECO come criterio per l’erogazione di contributi a fondo perduto, ora assegnati a tutte le imprese che abbiano perso almeno il 30% del fatturato. Ma l’allargamento della platea di beneficiari rende ancora più evidente quanto la dotazione del decreto sia esigua.

I codici ATECO sono spariti, ma per le imprese anziché di sostegni possiamo parlare di sostegni placebo. Serve un vero cambio passo: è quello che ci aspettavamo. E purtroppo siamo stati delusi”. L’attesa come per la Confcommercio è la prossima iniziativa di Governo con un nuovo scostamento di bilancio. “Si proceda ad un’ulteriore manovra di scostamento di bilancio e per il 2021 si dia energia alle imprese con sostegni adeguati”, sottolinea Confesercenti, “Si potrebbero recuperare risorse anche dall’insieme di Cashback e Lotteria dello scontrino 4,7 miliardi in due anni; dal Bonus Vacanze un flop, con 2 miliardi non spesi e dagli altri Bonus che non hanno avuto successo, come quello per PC e Tablet. Intanto, serve subito un correttivo per le imprese di minore dimensione”.

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