La stretta anticovid chiude da lunedì il servizio al tavolo e al bancone in bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi in tutta Italia (ad eccezione della Sardegna) con un perdita stimata in circa 5 miliardi nelle tre settimane che finiscono con gli appuntamenti delle feste di Pasqua e Pasquetta.
È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti che evidenzia come in molti abbiano approfittato degli ultimi momenti di relax al tavolo o al bancone nel 120mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi ancora aperti nel weekend prima del lungo lockdown.
Sono 7 milioni gli italiani che tradizionalmente consumano il pranzo fuori casa a Pasqua per una spesa stimata pari a 400 milioni mentre ben un italiano su tre (32%) – sottolinea la Coldiretti – dovrà rivedere i propri programmi nel lungo weekend di Pasquetta dedicato tradizionalmente alle gite fuori porta, alle visite a parenti e amici e alle vacanze.
Duramente colpiti gli oltre 24mila agriturismi diffusi lungo la Penisola con l’arrivo della primavera che – precisa la Coldiretti – è particolarmente apprezzata dagli amanti della campagna per assistere al risveglio della natura con piante, fiori e uccelli migratori, ma anche delle attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie da portare in tavola. Gli agriturismi, peraltro, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – precisa Coldiretti – i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un duro colpo per l’agriturismo che ha già subito perdite di 1,2 miliardi a carico di un sistema di servizi, ospitalità e agri ristorazione leader a livello mondiale che può contare secondo Terranostra su 24576 strutture con 493319 posti a tavola e 285027 posti letto.
Ma in difficoltà – continua Coldiretti – è l’intero sistema della ristorazione con le difficoltà che si aggravano e travolgono a valanga – continua la Coldiretti – interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti per un valore di 11,5 miliardi dall’inizio della pandemia. Si calcola che 300 milioni di chili di carne bovina, 250 milioni di chili di pesce e frutti di mare e circa 200 milioni di bottiglie di vino – precisa la Coldiretti – non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali con decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori. Servono dunque interventi e misure di sostegno per l’intera filiera a partire dal decreto Sostegno all’esame del governo per salvare il sistema agroalimentare nazionale che – conclude la Coldiretti – vale 538 miliardi per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro nei circa 360mila tra bar, mense, ristoranti e agriturismi nella Penisola, 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole.