martedì, 16 Aprile, 2024
Politica

Riconquistare credibilità

Chiariamo subito: i “governicchi” di media o lunga durata hanno sempre sortito un effetto placebo per smorzare toni e placare gli animi politici e popolari. Il risultato è sempre stato deludente, utile solo al proseguimento dell’ordinaria amministrazione e, diciamolo, per tenere calde alcune poltrone.

Il “Governo del cambiamento” nato sulle rovine della Seconda Repubblica, collassata sotto l’onda populista ben orchestrata dalle indiscusse capacità comunicative del “Capitano” e dalle chimere improponibili dei “grillini”, non ha retto alla prova dei fatti. L’Italia si trova, ora, ad esaminare soluzioni con potenziali fattori di crisi che tendono ad alimentarsi a vicenda.

Il nostro Paese soffre di un divario tra aspettative e capacità che spiega il giudizio negativo espresso dai cittadini sull’operato politico. L’attuale esecutivo si è mosso, nella narrativa popolare, con un orientamento rivendicazionista, legato all’idea che “battere i pugni sul tavolo” serva a porre rimedio alle debolezze strutturali che limitano, da sempre, la capacità di proiezione internazionale del Paese. Ragione per cui le recenti elezioni europee hanno premiato le formazioni alimentate da riflessi nazionalistici. Nella realtà dei fatti, le debolezze strutturali dell’esecutivo governativo hanno finito per relegare l’Italia ad un ruolo marginale, incapace di trovare una soluzione alla crisi economica imperante da un decennio.

In questo quadro, la provata capacità diplomatica e mediatrice dell’Avvocato del Popolo su alcuni elementi in chiave europea particolarmente spinosi, unitamente alla convergenza su un nuovo, anche se parziale, progetto programmatico trasversale, offre una finestra di opportunità per un rilancio del nostro Paese.

Concedere all’attuale Premier di incidere con le sue concrete possibilità di azione, nel contesto italiano, europeo ed internazionale, vorrebbe dire continuare nell’opera di affrancamento dallo storico problema reputazionale che l’Avvocato del Popolo è riuscito recentemente a ridimensionare, facendosi portatore di proposte mirate a promuovere gli interessi nazionali ed allo stesso tempo a far avanzare il processo di integrazione così come immaginato da Alcide De Gasperi. Quello che, impropriamente, era stato definito “Re Travicello”, si manifesta oggi come l’unico baluardo contro l’indebolimento della cooperazione in materia di sicurezza e di politica estera.

Una garanzia per evitare che il nostro Paese si trovi ancora più debole e vulnerabile di fronte alle sfide future.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Non chiamatelo più Mes

Giuseppe Mazzei

Il Paese e i cittadini hanno bisogno di certezze e di indicazioni autorevoli

Giampiero Catone

Flax tax per le partite Iva: come andrà a finire?

Giovanni Di Corrado

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.