venerdì, 19 Aprile, 2024
Attualità

Pandemia e spiritualità: riscoprire la gioia della vita

Nel corso di questa pandemia da coronavirus molti fattori mettono a rischio la salute mentale. Preoccupazione per sé e i propri cari, isolamento sociale, minacce alla stabilità del lavoro, difficoltà economiche e un’incertezza angosciosa sugli sviluppi futuri, come se il mondo stesse cambiando radicalmente: si ha timore di non poter più tornare alla vita precedente, di non poter più fare cose semplici ma fondamentali come incontrare gli amici, andare a vedere spettacoli o mostre, viaggiare, abbracciare gli altri. Un livello di stress accettabile implica anche funzioni immunitarie efficienti, cosa che non guasta.

Una cosa ci ha regalato Dio con la vita; la libertà.

Un tempo si diceva che la caduta fosse necessaria per proseguire il cammino.

La maggioranza dell’umanità tende a non vivere in modo vero, autentico, positivo, personale. La maggior parte ha paura di vedersi per ciò che sono. Ma questa è sopravvivenza. Ed ecco il risvolto della medaglia. Nella complessità di questo virus, durante i lockdown, vi è il momento catartico dell’incontro con noi stessi. Ognuno ha scoperto la propria nevrosi, cioè che l’umano per sopravvivere continua ad autoingannarsi, dandosi scuse e colpe agli altri.

La personalità consapevole non agisce secondo meccanismi di proiezione, quando una persona assume la piena responsabilità di se stessa non è più vittima. Ed è cosi che durante” la caduta” sono venuti fuori i difetti di questa società, oltre il fatto di non saper reagire, ma solo accusare, giudicare e proiettare le responsabilità all’esterno di sé.

È vero siamo in un momento tra la vita e la morte ed è in questo istante che bisogna decidere di voler andar oltre .Innanzitutto se il nostro Io pensa che ci accadrà qualcosa di negativo, saremo portati a comportarci in modo tale che accada. Per questo bisogna essere positivi. Solo conoscendo la negatività possiamo trovare la forza attraverso la nostra crescita personale di essere positivi. Molti in questa fase hanno scelto di fare attività sportive, di lettura, cmq attività in grado di far rilasciare dal nucleus accumbens l’ormone della felicità.

Altra cosa importante è vivere con il cuore, ciò significa essere sinceri con se stessi e vivere responsabilmente gli altri. Vivere col cuore significa vivere tutto, perché tutte le cose hanno un significato. In questa prospettiva anche Dio è inevitabilmente presente ed a favore dell’umanità in quanto il nostro Dio è reincarnato. Si è fatto uomo. Ed è cosi che corpo e spirito si fondono e ne diventa espressione il sorriso. Bisogna essere grati di esser vivi. Bisogna far scomparire il senso di sfortuna o di inferiorità. Credere in noi stessi e ripetersi io ce la posso fare perché può esser vero che esista un destino, ma noi ne siamo artefici. E cosi capire che il coronavirus non sia un ostacolo insormontabile, ma un ostacolo che a breve sarà superato.

Prepariamoci in questo viaggio della vita alla gioia. La gioia di cui parlo non è quella di aver acquistato qualcosa, questa non è duratura, ma quella di vivere ogni giorno. La gioia va al di là di un sentimento di un emozione, di un affetto, di un legame d’amore per una persona. Si fa attraversare da cose belle, brutte piaceri e dolori ma rimane costante solida, inattaccabile.

E allora mettiamoci in viaggio con noi stessi per la vita che sarà vissuta. Pronti a dare il meglio anche agli altri ed al nostro futuro.

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