Saranno Twitter e Facebook, accompagnati da Google, Apple e Amazon, i nuovi difensori dei valori su cui si fondano le mostre democrazie? Dopo la loro decisione di oscurare Trump in tutte le forme la domanda pone alcuni problemi.
Un tempo, il compito di fare da cane da guardia nei confronti del potere e dei suoi abusi era dei giornali. Purtroppo la lettura dei quotidiani da tempo non è più ,come diceva Hegel, “la preghiera del mattino dell’uomo moderno”. I giornali sono stati emarginati dalla diffusione dei social e delle piattaforme che, gratis e con immediatezza, possono raggiungere milioni di lettori. La semplificazione dei messaggi ha reso la comunicazione incontrollata attraverso i social un fast food di tutto, notizie vere, mezze verità, fake news e slogan che eccitano gli animi e gli istinti peggiori.
I politici hanno subito capito l’importanza di bombardare i loro seguaci con piccole frasi di pronto effetto e ci si sono dedicati con l’aiuto di società specializzate a confezionare e “viralizzare” decine di messaggi al giorno. Fin qui poco male, salvo la conseguenza che la formazione dell’opinione pubblica diventa sempre meno formazione riflessiva e sempre più manipolazione emotiva.
Ma il vero problema sorge quando i contenuti di questi messaggi vanno a intaccare i pilastri della libertà e della democrazia che hanno reso possibile l’esistenza di queste manifestazioni del pensiero. Possono i social intervenire e bloccare contenuti violenti o che istigano alla violenza, sono antidemocratici e illiberali?
La mia risposta è si. Per vari motivi. Intanto i proprietari di questi social e piattaforme sono privati. È vero che finiscono per avere una funzione pubblica ma non sono un servizio pubblico perché operano senza concessioni o autorizzazione di qualche Stato e quindi devono essere liberi di pubblicare o non pubblicare quello che vogliono. Anche giornali tradizionali a volte ignorano o distorcono volutamente posizioni e fatti riguardanti la politica. E nessuno si è mai scandalizzato. Il giornale comprato in edicola o sul web ha un costo per il lettore e il suo contenuto è intermediato da giornalisti. I social sono completamente gratuiti, ognuno scrive quello che vuole e quindi non ha diritto di lamentarsi se i suoi contenuti non sono ritenuti graditi da chi mette a disposizione questi spazi di comunicazione.
Chi si iscrive sui social dovrebbe essere obbligato ad essere precisamente identificabile e a sottoscrivere una serie di impegni che prevedano: rispetto di una serie di valori, non diffusione di messaggi violenti o che istighino alla violenza. Le regole sarebbero più chiare e chi le viola saprebbe in anticipo che rischia di essere “ostracizzato” dalla nuova agorà.
Detto questo rimane il problema più generale: è legittimo oscurare idee o messaggi perché divulgano contenuti lesivi di alcuni valori fondamentali? Io sono d’accordo con Karl Popper: la società aperta deve tutelarsi dai suoi nemici e impedire non solo le azioni ma anche le predicazioni che mirano a distruggerla. Perché dovrei dare libero spazio a propagande che hanno come obiettivo l’abbattimento dei pilastri su cui si regge la democrazia e la libertà? E se queste propagande conquistano la maggioranza dei voti e insediano despoti o sanguinari dittatori? Visto che dovremo poi combatterli meglio farlo prima che prendano il potere: si risparmiano molte vite umane e indicibili sofferenze. La Costituzione italiana non va in questa direzione e fa un’eccezione per la “ricostituzione del partito fascista”, che secondo l’art 1 della Legge Scelba avviene
«quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.»
Se da questo testo si fossero tolti i riferimenti che la limitavano al solo partito fascista forse ci saremmo risparmiati 15 anni di terrorismo politico.
Tornando ai social network: devono essere moralmente e legalmente responsabili di quello che pubblicano. E non fare da megafono a nessun regime dittatoriale senza usare due pesi e due misure. Giusto ostracizzare il Trump incendiario ma anche altri leader politici, cinesi, iraniani, russi, venezuelani etc. che a vario titolo esaltano ciò che uccide la democrazia e la libertà.