È la visione della Uil scuola che chiede di porre massima attenzione al delicato momento che la scuola sta attraversando. L’occasione per presentare idee e progetti è arrivata con la partecipazione del sindacato all’iniziativa: “La scuola prima di tutto”, promossa dal PD nazionale.
“Quello sulla scuola è un dibattito che è diventato maturo”, ricorda il segretario della Uil scuola, Pino Turi, “Valori e cambiamento sono le parole chiave: i valori sono quelli sanciti dalla Costituzione, che ci offre un modello di scuola ‘comunità’ che va salvaguardato e perseguito”.
“La mia organizzazione”, ha detto Turi ai dirigenti del Pd, “è interessata a partecipare a ogni forma di dibattito che si svolgerà sul tema della scuola, avendo chiaro che il punto di partenza è il modello di scuola che si vuole realizzare. Noi pensiamo ad una scuola fuori dai meccanismi di mercato, lontana dalle logiche della vecchia legge 107, una scuola comunità che abbia al centro le persone”. Per la Uil bisogna cambiare rotta.
“La deriva degli ultimi anni ha portato a credere che la scuola fosse un servizio, a domanda – mentre la scuola”, evidenzia Turi, “è una funzione dello Stato e personale, studenti, genitori i protagonisti di questa comunità, non clienti da accontentare. Non ci sono utenti ma diritti, professionalità, opportunità, crescita”. I problemi sono stati causati per Turi da un eccesso di riduzioni, tagli e approssimazioni.
“Bisogna cambiare direzione: avere fiducia, bravi insegnanti e dargli fiducia”, ha spiegato ancora Turi, “ricordando che il tema della docenza, di un insegnamento libero, è centrale nel dibattito sul modello di scuola. La considerazione del ruolo della docenza ha riflessi anche sulla società.
Non possiamo e non vogliamo più assistere a situazioni nelle quali la docenza è mortificata e gli insegnanti vincolati a procedure, mansioni, come impiegati”. Fatta l’analisi delle cose che non vanno ora per la Uil è il momento di mettere in cantiere e realizzare riforme concrete e lungimiranti.
“Dobbiamo spazzare via anche il modello carrierista nella scuola. Dobbiamo uscire dai meccanismi competitivi”, sollecita il sindacati.
“Insegnare è una professione che va remunerata bene. Non si deve pensare che occorre cambiare lavoro per avere stipendi più alti. Vanno pagati bene gli insegnanti.
Alla nostra scuola serve meno burocrazia, una neo burocrazia che nelle scuole soffoca la creatività che è l’essenza di un rapporto positivo tra insegnamento apprendimento che ha bisogno di continuità e quindi organici stabili”.