martedì, 30 Aprile, 2024
Cultura

Intervista a Nicola Pesce, autore, scrittore, editore

Nicola Pesce, ho visitato il suo sito. La prima frase che ho letto è stata: “Sono uno scrittore, ma soprattutto un lettore. Asperger e gentiluomo. Innamorato della vita lenta e delle piccole cose”. Cosa ama leggere?
In questo momento quel sito è fermo da mesi. Sto cercando di capire cosa io possa fare un questo terzo millennio per avere un rapporto più diretto con chi ha la pazienza di leggermi.
Io leggo davvero di tutto. Salto da un libro giapponese del secolo scorso a un romanzo russo dell’800, da un poeta italiano del 1200 che scriveva ancora in dialetto veneziano a un saggio sugli errori militari nella storia, da Kierkegaard ai fumetti.
La mia predilezione va per certa poesia italiana (difficile definirti quale in poche parole) ai grandi romanzi russi. Evito di leggere sempre ciò che mi piace, cerco di spaziare in tutto il globo (come provenienza degli autori) e in tutte le epoche. Molti degli scritti di Seneca sono attuali ancora oggi, molti autori contemporanei erano antiquati già appena poggiarono la penna sul foglio di carta. 

Qual è il primo libro che ha letto? 
Difficile dire quale fosse il primo, ma posso dirti quale fu il primo libro che mi resi conti di aver letto. EraLa zona morta di Stephen King, seguito dal suo Cujo. Già a Cujo mi stupii: “caspita, sto leggendo due libri uno dopo l’altro”. Avevo scoperto la lettura.
Non leggo King da vent’anni, ma alcune sue atmosfere mi sono rimaste nel cuore. 

Qual è il suo scrittore preferito? 
Credo che solo i bimbi possano avere uno scrittore preferito. Esistendo decine di migliaia di scrittori da 5mila anni fa ad oggi sparpagliati per circa 500milioni di chilometri quadrati, trovo difficile che qualcuno che sia saggio possa esprimere una preferenza.
Posso dirti che il mio sentire interiore è estremamente affine a quello di Dostoevskij, credo di avere un’anima russa più che italiana, perché mi è più facile andare dalla perdizione alla santità e viceversa piuttosto che navigare nel mezzo.
Un altro scrittore che mi colpì in modo definitivo fu Proust, la cui sensibilità ho trovato talmente vicina alla mia che quando lo leggevo mi pareva di andare a trovare un caro amico. 

Ha mai letto un libro due, tre volte?
Dico sempre che i libri non si leggono, piuttosto si rileggono. Un libro che non valga la pena di essere riletto non valeva neppure la pena di essere letto.
Lessi I fratelli Karamazov, forse il più profondo romanzo della letteratura di tutti i tempi, a vent’anni. Non posso avere la presunzione di averlo capito tutto. Dovrò rileggerlo ai miei 40 per poterne capire un po’ di più, e forse lo rileggerò ancora in seguito.
Un caso che colpisce sempre tutti poi è Il piccolo principe: è bello leggerlo ad ogni età. Ogni lustro, se lo rileggo, piango in punti diversi, perché capisco cose nuove. Perché ho vissuto cose nuove e ora posso capire.
Perché, più importante di leggere, è vivere, e solo vivendo intensamente (che non significa andare in discoteca) riesco a capire ogni anno qualcosa in più su di me e sugli scrittori che amo. 

Quando legge un libro e poi ne vede il film, ne rimane affascinato? Le piace? 
Io vedo sempre libro e film come due opere separate che abbiano meramente in comune il titolo. Il libro è opera di un solo uomo che ci mette dentro tutta l’anima. Il film è un’opera collettiva di mille persone, ognuno col suo contributo.
Per tornare alla Ricerca del tempo perduto, il protagonista all’inizio ci mette cento pagine ad alzarsi dal letto, e fa dei pensieri profondi e meravigliosi: in un film questa scena durerebbe 5 secondi.
Perciò io non accosterei mai libro e film, mi farebbe apparire terribilmente banale. 

Lei è anche scrittore, quando scrive? Di giorno, di notte? 
Io spero e credo di essere uno scrittore. Credo che io scriva 24 ore al giorno. Quando morì mio padre io smisi di scrivere per 12 anni: con tutti i problemi economici e psichici che ne erano derivati mi sentivo uno stupito perdigiorno a prendere in mano la penna.
Poi a un certo punto ho ripreso, come per magia: ed ecco che adesso tutto esce dalla mia testolina in modo fluido, scrivo di getto e non c’è mai bisogno di andare a correggere qualcosa: mi sono reso conto che nei 12 anni in cui non ho toccato la penna sono stato più che mai uno scrittore. Ho formulato pensieri, ho osservato.
Per cui, se consideriamo che l’atto di prendere la penna in mano è soltanto un di più, una ciliegina sulla torta, persino evitabile, ti direi che scrivo 24 ore al giorno.
Se invece vuoi sapere quando proprio ho la penna in mano, perlopiù mi capita dopo cena con qualcosa da bere e un sigaro accanto: quando scrivendo mi dimentico di bere, il ghiaccio si scioglie e il sigaro si spegne, è segno che ho scritto un discreto capitolo! 

Qual è, secondo lei il suo capolavoro? 
Questa è una domanda a cui un anno fa mi sarei schernito dicendo che non so scrivere, figuriamoci se posso partorire un capolavoro!
Poi è successa una cosa strana, ho sognato degli animaletti che parlavano in una tana, durante l’inverno siberiano. E il giorno dopo nella mia villa uno di essi, una volpe, mi è venuto a trovare e mi osservava a 20 metri da me (ho persino i video). Mi guardava. Io fischiavo e lei rispondeva. Se tacevo troppo le guaiolava e io rispondevo con un fischio.
E così, per mesi, tutte le volte che uscivo dalla porta la volpe mi vedeva e guaiolava per salutarmi. Ho riso, ho pianto. Per me la volpe è un simbolo del sacro.
Ho cominciato a scrivere così il mio “quarto” romanzo, che uscirà ad aprile 2021 e, quando l’ho riletto, ho cominciato a piangere senza sapermi fermare: chi aveva scritto quella roba così terribilmente bella? Io davvero non ve lo so dire. Mi piacerebbe vantarmi, ma senza falsa modestia io ti dico che non so come sia potuto uscir fuori da me tutto quel romanzo. Credo me lo abbia dettato la volpe.
Il titolo? Scopriamolo più in là! 

Cosa prova quando entra in una libreria?
Disperazione: so che non potrò mai leggere tutti i libri in primo luogo. So che è inutile anche comprarne altri: ho oltre 30.000 libri nella mia biblioteca e ne ho letti meno di un decimo!
Tristezza: oggi i libri sono un prodotto commerciale. Non nasceranno più un Gogol e un Leopardi.
Gioia assoluta: tutti quei libri ancora da leggere mi fanno sentire giovane e pieno di sogni per il futuro. 

Cosa ne pensa dei libri virtuali? Quelli non più cartacei ma da leggere solo online?
Li trovo uno strumento fondamentale per tutti. Avere l’opera omnia di Oscar Wilde a 99 centesimi in lingua originale è un vantaggio che… provate a immaginare quando c’erano pochi soldi: vi rendete conto di quanto siamo fortunati!?
Inoltre se voglio cercare una frase di cui ho un vago ricordo, su un libro digitale salta fuori con un click.
Però confesso che leggo solo libri cartacei, ma non escludo di fare un po’ e un po’ nel futuro! 

Ha un sogno nel cassetto?
Sogno che il mio pubblico cresca e mi apprezzi, che io riesca a inventare qualcosa per coinvolgerli tutto il giorno nel mio mondo di libri e gentilezza, e sogno che mi aiutino anche economicamente fino a consentirmi di viaggiare ogni giorno della mia vita, in solitudine, di andarmene a vivere in una capanna in Siberia durante l’inverno, o di fare il tour delle più belle biblioteche del mondo, mentre io documento per tutti loro quello che faccio. 

Vi ringrazio per avermi seguito fin qui nei miei sproloqui e vi rimando alle mie pagine: 

facebook.com/NicolaPesceHimself
instagram.com/NicolaPesceHimself

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