venerdì, 26 Aprile, 2024
Attualità

L’Estate che verrà – Il nuovo concept di design

L’architetto Enzo Maria Serafini: “L’obiettivo è permettere a tutti di avere un ombreggio e un lettino”.

“Da sempre l’architettura, unione dell’arte e della tecnologia, si pone come strumento di riqualificazione e miglioramento sociale”. È la filosofia universale di chi dell’architettura ne fa una professione umanistica, che preveda per un progetto la sua “performatività” sociale di sviluppo e benessere. Su questa virtuosa iperbole viaggia Enzo Maria Serafini, nato a Pescara nel 1980, poi al lavoro in studi professionali di architettura e designer internazionali, tra Roma e Milano.

Oggi Enzo Maria Serafini vive e lavora nella capitale lombarda, e ricopre il ruolo di responsabile della sede milanese di un prestigioso studio di architettura. In questi giorni ci sono progetti e idee per il mondo del domani, ed Enzo Maria Serafini si è già portato avanti nel promuovere idee e ridisegnare i lidi balneari che verranno.

“Negli ultimi mesi il virus cinese ha cambiato tutto, ma oggi, alle porte della fase due, dobbiamo capire come convivere al meglio con questo nemico”, spiega a La Discussione, il giovane architetto, “la fase due, coincide anche con l’apertura della stagione estiva, e per l’Italia in particolare, questa sarà un ulteriore prova da superare.

Per l’Italia trovare il modo di aprire le spiagge è di vitale importanza, visto che il nostro paese è una penisola e la sua economia si basa in gran parte sul turismo”. Stretti tra necessità e virtù ecco allora il progetto di Enzo Maria Serafini per tenere i lidi italiani più attraenti, più funzionali e più sicuri.

L’architetto Enzo Maria Serafini

“Questa idea progettuale”, spiega l’architetto, “vuole essere di stimolo alle prossime norme tecniche destinate al distanziamento sociale in spiaggia”.

In particolare, l’idea da far valutare al legislatore, è la possibilità di distanziamento non solo in superficie, ma anche in elevazione le strutture balneari di ombreggio e riposo.

“Questa idea consentirebbe la massima ottimizzazione delle superfici necessarie al distanziamento”, evidenzia l’architetto.

Il risultato del progetto proposto consentirebbe di occupare solo pochi metri di spiaggia contro gli spazi attuali della posa degli ombreggi tradizionali.

Sappiamo che il primo problema del distanziamento sociale è la riduzione dei posti disponibili e di conseguenza l’aumento dei prezzi. La lievitazione dei prezzi potrebbe innescare ulteriori disuguaglianze sociali.

Se il progetto dovesse riscuotere interesse da parte di eventuali imprenditori, Enzo Maria Serafini si impegna a devolvere il ricavato, al netto delle spese, alla sanità italiana che in questo periodo è stata fondamentale per combattere il corona virus.

Il progetto è una visione del futuro per rispondere al tema del distanziamento sociale in spiaggia.
Una delle criticità maggiori diverrà la riduzione dei posti, dovuto proprio allo spazio necessario per distanziare.

L’urbanistica, L’architettura e il design hanno gli ingredienti che ci consentono di ottimizzare al meglio gli spazi. Ad esempio i grattacieli sono nati per ridurre il consumo di suolo, ma anche il più semplice letto a castello consente di risolve la collocazione del secondo letto in spazi limitati.

“Il primo requisito al quale il progetto vuole rispondere è proprio l’ottimizzazione e la riduzione di consumo di suolo, nonostante le prescrizioni di distanziamento”, fa presente Serafini.

Per raggiungere questo obiettivo l’idea si basa su due semplici principi della progettazione: sopraelevare e unire più funzioni in un elemento.

Considerando che gli elementi che maggiormente occupano spazio in spiaggia sono lettini e ombrelloni, l’idea è quella di unire questi due elementi e soprelevarli.

Il lettino diventa un’amaca e l’amaca diventa una vela ombreggiante a sostituzione del tradizionale ombrellone. Inoltre questa soluzione ci consentirebbe di appropriarci del migliore punto di vista del mare, non più filtrante tra ombrelloni, lettini o altro.

Il progetto è costituito da una scaletta di forma a volta che consente l’accessibilità all’amaca. La scelta delle forma a volta ricorda gli elementi stilistici tipici dell’architettura della costa italiana, ad esempio Positano.

“L’amaca ombreggiante ruota a 360 gradi così da assolvere a tre funzioni, orientarsi verso la posizione del sole, spostare la porzione d’ombra, facilitare l’accessibilità sull’amaca”, spiega l’architetto.

Il livello inferiore è delimitato dai separé che vengono sorretti dalla stessa struttura della scala a volta. L’area inferiore è parzialmente in ombra, ed è eventualmente arredabile con lettini, tavolini ecc.

Il progetto di Enzo Maria Serafini, infine, tiene anche conto del riuso quando l’emergenza sarà passata, infatti, unendo tra di loro più strutture si ottengono delle pergole ombreggianti

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