Il Capalbio Film Festival torna con il cinema e i suoi protagonisti da oggi al 22 settembre. È il terzo appuntamento diretto da Steve Della Casa e Daniele Orazi, ma con una novità. Quest’anno a firmare il manifesto della kermesse è il fotografo Gianmarco Chieregato, autore anche della mostra fotografica allestita negli spazi espositivi del Frantoio, che accompagnerà il Festival per tutta la sua durata. Nella prima edizione a firmare il manifesto fu Marco Delogu e nel 2023 Vincenzo Marsiglia. Gianmarco Chieregato è un artista del ritratto, caratterizzato da un istinto unico e da una lunga esperienza, con la capacità di fissare volti e situazioni non premeditate in ritratti che egli definisce “rubati” e che, alla spontaneità̀ e all’immediatezza del momento, devono la loro bellezza.
Lo storytelling dai suoi ritratti è il racconto delle persone fissate nell’immagine, tra verità e narrazione della realtà rappresentata da frammenti e fotogrammi custodi di una verità̀ imperscrutabile. Anche la foto scelta per il manifesto, scattata nel 2014 a New York, dal titolo “verso la luce” ci riporta alla dicotomia “realtà̀/finzione” che, pur fissando un momento preciso, ci lascia aperti a molteplici interpretazioni consentendoci di portarci in una molteplicità di mondi possibili come fa il cinema.
Sensibilizzazione
Chieregato ha realizzato, nell’arco della sua lunga carriera, campagne fotografiche a favore di cause sociali e umanitarie. Anche la mostra, che si terrà a Capalbio, è volta a sostenere con il ricavato delle vendite, l’associazione Europa Donna, che lavora per sensibilizzare le istituzioni e favorire la prevenzione e la cura dei tumori al seno. Così Gianmarco Chieregato spiega che l’obiettivo che lo guida in ogni suo lavoro è quello di volere che le persone nel rivedersi si piacciano. Come ci riesce? “Bisogna saper guardare”. Gli scatti più belli? “Quelli in cui gli occhi dei protagonisti ti dicono qualcosa di speciale. Scatto fotografie da quando ero bambino e la fotografia è sempre stato il mio amore più grande, potente come una passione adolescenziale, dove sofferenza e gioia si alternano sempre come nella ruota di una giostra”.
Quando ho di fronte una persona da ritrarre cerco sempre nel volto, nel corpo, nelle mani, un elemento che vada oltre lo sguardo, che mi permetta di farla diventare se non più bella sicuramente più interessante. Spesso – aggiunge – non arriva tutto facilmente, bisogna parlare, osservare, girare intorno, provare e riprovare ma quando nelle mie immagini qualcuno si ritrova come avrebbe desiderato essere, vuol dire che sono riuscito a vedere bene e a quel punto sono felice”.
La Mostra è realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Il Frantoio.