domenica, 19 Maggio, 2024
Attualità

Mattarella all’Onu: “Putin ha riportato la guerra in Europa”

Il Capo dello Stato: “La nuova corsa alle armi nucleari mette a rischio la pace. L’Italia ponte tra i popoli”

“La Russia si è assunta la responsabilità storica di avere condotto la guerra nel cuore del continente europeo. L’invasione dell’Ucraina non è un mero conflitto regionale, non fosse altro perché a essere protagonista è una potenza che ambisce a esercitare influenza e ruolo globali che derivano dall’ineludibile responsabilità di essere membro permanente del Consiglio di sicurezza e che nessuno intende ignorare”. Ha usato toni giustamente duri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu, a New York, dove ha concluso ieri la sua visita ufficiale negli Usa. Dunque, il Capo dello Stato ha portato all’interno del Palazzo di Vetro delle Nazioni unite principalmente il tema dell’aggressione ordinata da Putin all’Ucraina alla quale va quanto prima trovata una soluzione pacifica e duratura, ma “non una qualsiasi soluzione, o tantomeno una che premi l’aggressore e mortifichi l’aggredito, creando un precedente di grande pericolo per tutti”, criticando nuovamente Putin per quanto sta portando avanti da più di due anni a questa parte ormai: “Uno Stato, per quanto potente”, ha spiegato il Presidente, “per quanto dotato di un minaccioso arsenale nucleare, non può pensare di violare, senza sanzioni, principi come quelli della sovranità e dell’integrità territoriale e dell’indipendenza di un altro Paese”.

Sinistre minacce

E i due conflitti d’Ucraina e di Gaza, per il Capo dello Stato, hanno anche fatto riemergere sinistre minacce di ricorso ad armamenti nucleari, “come se la storia del XX secolo non ne avesse già reso evidenti le tragiche conseguenze”. Il quadro pattizio per il controllo degli arsenali nucleari, così faticosamente articolato negli scorsi decenni, è un patrimonio comune a tutti gli Stati”, ha ammonito, aggiungendo che violarlo, anche con semplici minacce, “significa porre a rischio i destini dei popoli, tutti, anche quelli i cui governi minacciano l’uso delle armi nucleari”. Mattarella ha poi sottolineato di come l’aggressione mossa dalla Federazione Russa all’Ucraina contraddice le ragioni fondanti dell’Onu ed è ancora più grave “in quanto proveniente da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza”. Per il Presidente le spinte vetero-nazionalistiche, le pulsioni neo-imperialiste se non neo-colonialiste, la competizione tra potenze in luogo di cooperazione, ripropongono una polarizzazione del sistema internazionale che nuoce alla libertà e alla parità delle relazioni tra gli Stati e i popoli e mette a rischio la pace: “È più importante che mai, allora, rafforzare le istituzioni multilaterali, a cominciare dalle Nazioni unite”.

In merito alla situazione in Medioriente, Mattarella si è unito all’appello del Segretario Generale dell’Onu Guterres: “Va evitato un ulteriore aggravamento della situazione e quindi devono essere evitate operazioni militari a Rafah per la drammaticità delle conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi”.

Fondi per la fame

Il Capo dello Stato ha quindi attaccato la corsa al riarmo che, di fatto, toglie fondi alla lotta alla fame. In termini numerici, ha ricordato che lo scorso anno la spesa globale per le armi ha raggiunto 2.400 miliardi di dollari, con una crescita di circa il 7% rispetto all’anno precedente, la più alta degli ultimi 15 anni: “Si tratta di risorse che utilmente servirebbero per alleviare le crisi umanitarie che hanno coinvolto oltre 100 milioni di esseri umani, per favorire la crescita economica e sociale, per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e le insidie globali per la salute, per promuovere lo sviluppo morale e intellettuale delle giovani generazioni e che invece a causa del rilancio di mire espansionistiche di alcuni Stati sono state destinate all’acquisto di mezzi distruttivi”.

I sostegni dell’Italia

In merito alle Nazioni Unite, Mattarella ha detto chiaro e tondo che l’Italia “vuole collaborare alla costruzione di un mondo più giusto, sicuro e sostenibile: “L’aspirazione della appena nata Repubblica Italiana ad aderire a questa Organizzazione rifletteva la nostra vocazione al multilateralismo e sono lieto di poter riaffermare oggi la determinazione del nostro Paese a collaborare alla costruzione di un mondo in cui ogni popolo e ogni persona possano ottenere pieno riconoscimento dei propri diritti”. Dunque, il Capo dello Stato ha confermato il sostegno sia in termini finanziari che di risorse umane ai programmi dell’Onu, ma anche tramite l’azione costante a sostegno dei dialoghi e dei processi di stabilizzazione post-conflitto, per i diritti dei giovani e delle donne – i n particolare in quelle situazioni di più grave discriminazione – “e non posso fare a meno di citare la condizione delle donne afghane e di quelle iraniane – e nel supporto alla campagna a favore dell’abolizione della pena di morte”.

Focus centrale della conferenza nel Palazzo di Vetro, dunque, quel multilateralismo che, per Mattarella, ispira il ruolo italiano nel mondo e che trova naturalmente espressione anche in altri contesti, dall’Unione europea alle relazioni transatlantiche nell’ambito di organizzazioni di autodifesa, nel G7 e nel G20, nelle altre organizzazioni internazionali: “In tutti questi ambiti”, ha aggiunto, “l’Italia opera per il dialogo. La sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, la sua storia, la sua cultura, ne fanno un ponte naturale tra popoli, Paesi e civiltà”.

Plasmare la pace

Nel suo intervento all’Assemblea generale, il Presidente ha sottolineato la necessità di plasmare le istituzioni dell’Onu sulla pace, prendendo in considerazione le positive iniziative di cooperazione continentale emerse negli ultimi decenni, come l’Unione africana e l’Unione europea, e quelle in corso in altre regioni del mondo: “Un Consiglio così riformato saprebbe contemperare l’aumento del numero dei membri e una giusta rappresentanza regionale con l’esigenza di preservarne e possibilmente migliorarne le capacità decisionali, fortemente compromesse dalla polarizzazione politica in corso e dal ripetuto uso, troppo spesso strumentale, del veto da parte di membri permanenti”. Mattarella ha assicurato che l’Italia continuerà a contribuire attivamente alla redazione del ‘Patto per il futuro’, lavorando per raggiungere una visione condivisa sugli strumenti e le azioni necessarie per affrontare congiuntamente le sfide globali del secolo attuale. “La riforma della governance globale, che sarà sintetizzata nel Patto per il Futuro, dovrà innanzitutto garantire un processo inclusivo per tutti gli attori della scena internazionale, sia a livello di singoli Paesi sia di gruppi regionali che, come nel caso del ‘Gruppo africano’, delle ‘Piccole Isole in via di sviluppo, del ‘Gruppo arabo’, sono portatori di comuni e legittimi interessi”.

Il ricordo dei caschi blu

Nel corso del suo intervento Mattarella ha voluto onorare il ricordo tutti quei militari e civili italiani vittime in Paesi martoriati da conflitti interni in Medio Oriente e Africa nella ricerca della pace, ‘prestati’ ai programmi dell’Onu: “Il nostro Paese”, ha detto, “assicura anche la presenza di contingenti civili e di contingenti militari per i programmi di sviluppo e per le operazioni di mantenimento della pace in varie parti del mondo, spesso in scenari complessi e sensibili, a cominciare dalla missione Unifil, al confine fra Libano e Israele. Ciò ha comportato l’assunzione di rischi e, purtroppo, a volte, la perdita di vite umane. A partire dai 13 aviatori, in missione dell’Onu, massacrati nei pressi di Kindu, in Congo, nel 1961”.

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