domenica, 5 Maggio, 2024
Ambiente

Assopetroli: la “neutralità tecnologica” costa meno dell’auto elettrica

Gallitelli: poco più di 2 miliardi contro 9,5 miliardi per l’elettrificazione

“Nel settore della mobilità investire sulla riconversione e sulla modernizzazione della rete carburanti con tutti i vettori ad oggi disponibili (liquidi, gassosi, liquefatti, di origine rinnovabile e anche sintetica) costa molto meno che spingere sulla totale elettrificazione, come invece si sta tentando di fare oggi a livello europeo.” È quanto sostiene il segretario generale di Assopetroli-Assoenergia, Sebastiano Gallitelli, che spiega: “parliamo complessivamente di 2 miliardi di euro, una cifra indiscutibilmente inferiore rispetto a quanto previsto da altri scenari della transizione, che vedono un’elettrificazione spinta della mobilità”. Un vantaggio che si tradurrebbe nel raggiungimento, nella maniera più efficace possibile, dei target ambientali e di salvaguardia dell’occupazione.

Rivedere obiettivi Pniec

Gallitelli fa appello alla “neutralità tecnologica” e ritiene che gli obiettivi del Pniec sulla mobilità elettrica (6,6 milioni di auto elettriche al 2030) dovrebbero essere rivisti riferendosi a questo concetto. “Il Governo – aggiunge il presidente di Assopetroli – è al lavoro su un progetto di riforma, nell’ambito del quale anche la nostra associazione è impegnata per fornire un valido contributo. Siamo fermamente convinti del fatto che l’infrastruttura di distribuzione esistente sia un capitale strategico; sicuramente da ammodernare e da razionalizzare, ma di certo non uno stranded asset”.

Rete italia na da razionalizzare

Oggi, secondo quanto sostiene Assopetroli, la rete italiana è sovradimensionata e inefficiente rispetto agli altri Paesi europei e, al netto di specifiche esigenze e differenze locali, “occorre ridurre il numero dei punti vendita.” Pertanto è necessario eliminare la barriera all’uscita rappresentata dai costi di rimozione e bonifica, elemento che in passato ha portato a tenere in vita punti vendita con un erogato marginale che – quando sono finiti in mani sbagliate – hanno rappresentato un “veicolo per l’illegalità.” “Con un investimento del tutto ragionevole, invece, questa infrastruttura potrebbe essere ridisegnata e resa compatibile con tutti i carburanti e vettori della transizione energetica, siano essi liquidi, gassosi o liquefatti, di origine rinnovabile e finanche sintetica”,

Salvaguardare l’occupazione

Non solo: ciò consentirebbe di raggiungere in modo costo-efficiente i target ambientali e, cosa non meno importante, di “salvaguardare l’occupazione.” Uno studio del 2023 rivela che l’adeguamento dei punti vendita rete e degli stoccaggi extrarete, e per le misure di welfare per i lavoratori che saranno toccati dalla razionalizzazione, saranno necessari complessivamente 2 miliardi di euro. Una cifra che Assopetroli ritiene “indiscutibilmente inferiore rispetto a quanto previsto da altri scenari della transizione, che vedono un’elettrificazione spinta della mobilità.” Inoltre se il numero di auto elettriche raggiungesse un terzo del parco circolante nel corso del quarto decennio del secolo (circa 13 milioni di vetture), sarebbero necessari per le infrastrutture di ricarica 9,5 miliardi di euro. “Purtroppo”, conclude Gallitelli, “l’intero Green New Deal è stato basato su un grave errore metodologico: il calcolo delle emissioni di CO2 allo scarico, anziché sull’intero ciclo di vita. Da questo peccato originale sono poi discese le nuove normative sulle emissioni di CO2 dei mezzi leggeri e di quelli pesanti”.

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