venerdì, 3 Maggio, 2024
Salute

Entro vent’anni stimati 700 milioni di diabetici

Per il diabete sta diventando impellente la necessità di un approccio e di una presa in carico multidisciplinari e che si associa sempre più spesso a un’altra grande emergenza sanitaria del momento, ossia l’obesità, con cui convive ormai oltre il 10% degli italiani adulti. Su questo e sul futuro delle terapie, sia farmacologiche sia tecnologiche, si sono confrontati esperti provenienti da tutta Europa durante l’evento “Update on Diabetes and Cardiovascular Disease”, promosso con il patrocinio dell’IRCCS MultiMedica, dell’Università degli Studi di Milano Statale e di D&CVD – Diabetes and Cardiovascular Disease Study Group di EASD, l’Associazione Europea per lo Studio del Diabete.

“Un’epidemia globale”

“Il diabete è diventato un’epidemia globale, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo”, dichiara Paola Muti, Direttore Scientifico dell’IRCCS MultiMedica. “Secondo l’International Diabetes Federation, nel 2019 circa 463 milioni di adulti convivevano con questa patologia e si prevede che questo numero salirà a 700 milioni entro il 2045. Il diabete è una condizione cronica che richiede una gestione permanente e, a livello globale, la sua prevalenza pone sfide significative ai sistemi sanitari”.

Rischio cardiovascolare

“Uno degli aspetti cruciali della gestione del diabete riguarda il suo carattere multidisciplinare: la patologia metabolica contribuisce ad aumentare il rischio cardiovascolare con le note complicanze macrovascolari (cuore e cervello) e microvascolari (rene, occhi e nervi)”, evidenzia Cesare Berra, Responsabile Diabetologia Clinica, Dipartimento Universitario Endocrino-Metabolico dell’IRCCS MultiMedica. “Non possiamo più fronteggiarlo guardandolo da un solo punto di vista. È essenziale che diversi specialisti uniscano le loro competenze. Curare il diabete oggi significa prevenire infarto del miocardio, ictus cerebrale e insufficienza renale. Tanto che diversi farmaci sviluppati inizialmente per il diabete vengono ormai usati con successo anche da colleghi cardiologi e nefrologi in pazienti non diabetici”.

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