giovedì, 2 Maggio, 2024
Salute

L’Italia è ‘iodosufficiente’: ridotti i rischi legati alla carenza nutrizionale di iodio

Dopo 15 anni di costante promozione dell’uso del sale iodato in Italia, il Paese ha raggiunto uno stato di ‘iodosufficienza’, con notevoli miglioramenti nella salute della popolazione e una significativa riduzione dei rischi legati alla carenza di iodio. Questi sono i risultati principali di uno studio condotto su scala nazionale tra il 2015 e il 2019, coordinato dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (Osnami) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
Lo studio ha coinvolto una vasta collaborazione tra diverse istituzioni, tra cui il sistema di sorveglianza ‘Passi’, gli Osservatori Regionali per la Prevenzione del Gozzo, i Laboratori Regionali di Screening Neonatale e l’Osservatorio Medicinali (Osmed) dell’Aifa. Sono stati analizzati dati su un campione di circa 165.000 adulti, 1.000 mense scolastiche, oltre 4.300 ragazzi tra gli 11 e i 13 anni e circa 200.000 neonati.

Lo studio nello specifico

Lo studio specifica che nonostante la riduzione progressiva del consumo di sale, l’Italia è risultata ‘iodosufficiente’, con una prevalenza di uso del sale iodato del 71,5% negli adulti e del 78% nelle mense scolastiche. Il consumo è risultato maggiore nelle regioni del Nord, tra le donne e nelle persone con un maggiore status socioeconomico. La prevalenza del gozzo in età scolare è risultata dell’2,2%, notevolmente al di sotto della soglia del 5% sopra la quale questa patologia viene considerata endemica. Anche la presenza di noduli alla tiroide nella popolazione infantile è risultata bassa, intorno al 2%. La percentuale di neonati con un valore di TSH superiore a 5 microunità su litro è risultata del 5,1%, un valore più basso rispetto al passato, ma comunque superiore al limite del 3% considerato sufficiente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). Restano alcune preoccupazioni per la nutrizione iodica in gravidanza, durante la quale il fabbisogno di iodio è aumentato per soddisfare le esigenze fetali. L’utilizzo del sale iodato è risultato sicuro, con una bassa frequenza di autoimmunità tiroidea in età scolare e di ipertiroidismo in tutta la popolazione.

Nutrizione migliorata

La Responsabile scientifica dell’Osnami, Antonella Olivieri, ha commentato i risultati dicendo che “i dati suggeriscono che quindici anni di promozione dell’uso di sale iodato hanno significativamente migliorato la nutrizione iodica nella popolazione, portando a una minor frequenza delle patologie legate alla carenza nutrizionale di iodio e dimostrando che il programma di iodoprofilassi nel nostro Paese è sicuro”. Resta da affrontare la sfida della nutrizione iodica in gravidanza, ma nel complesso, il successo dello sforzo a lungo termine è evidente nei benefici per la salute della popolazione italiana.

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