sabato, 11 Maggio, 2024
Lavoro

In Italia un’azienda su quattro è guidata da una donna

Urso: “Così Italia più competitiva”

In Italia sono 203mila le aziende agricole guidate da donne mentre il 25% delle imprenditrici è laureata. Numeri importanti commentati con piacere dal Ministro del Made in Italy Adolfo Urso che ieri ha preso parte all’assemblea di Coldiretti ‘Donne Impresa’: “Aumentare la base occupazionale e manageriale delle donne è il migliore strumento per rendere l’Italia più competitiva”. L’analisi della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti (su dati Unioncamere) ha confermato un trend in crescita per quel che riguarda appunto il lavoro delle donne in campo agricolo.

Analizzando nel dettaglio lo studio, in generale quasi un’impresa su quattro è condotta oggi da donne (22,2%), pari a oltre 1,3 milioni di aziende rosa che stanno rivoluzionando in senso innovativo l’economia italiana sulla scorta di un rinnovato protagonismo femminile che in politica ha visto l’ascesa di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio, ma anche di Elly Schlein alla guida del Pd. La maggioranza (25%) opera nel commercio (340mila unità), al secondo posto (15%) c’è l’agricoltura, con 203mila aziende al femminile; al terzo i servizi di alloggio e ristorazione (134mila, pari al 10%). Il maggior numero di imprese femminili si trova in Sicilia (più di 25mila) ea seguire in Puglia (23mila) e in Campania (21mila).

Fascino della campagna

C’è un motivo per cui c’è questo trend positivo? Secondo la Coldiretti il rinnovato fascino della campagna per le donne trova riscontro nella comune convinzione che quello dell’agricoltura è diventato un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale. Da segnalare che le imprenditrici agricole sono per lo più giovani e con un’altra professionalità, se si considera che una su quattro è laureata, anche se spesso non seguendo un indirizzo agrario: “Molte donne scelgono l’agricoltura dopo percorsi di studio o esperienze in settori molto diversi, anche per cambiare vita”, ha fatto presente la Confederazione. I ‘campi’ preferiti dal gentil sesso spaziano dall’allevamento alla vendita diretta, dalla coltivazione alla trasformazione dei prodotti, dal florovivaismo all’agriturismo. Ma soprattutto da attività legate al sociale, dalla fattoria didattica agli agriasilo, ma anche importanti opere per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunati, spesso vittime di violenze e soprusi.
Presente all’Assemblea anche il Ministro delle Riforme istituzionali Elisabetta Alberti Casellati il quale ha tenuto a precisare che quando le donne lavorano in posti apicali, il Pil aumenta: “Teniamolo quindi sempre in mente questo fattore”, le sue parole.

Capacità gestionali

Per il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini la presenza delle donne alla guida delle imprese è più alta in agricoltura rispetto agli altri settori con una spinta all’innovazione che non ha eguali con nuove attività che nelle aree rurali colmano spesso la carenza di servizi alla comunità. Ha ricordato inoltre l’impegno delle donne della Coldiretti nel progetto di educazione alimentare nelle scuole per promuovere stili di vita sani. La Responsabile Donne Coldiretti Mariafrancesca Serra, freschissima di nomina, ha sottolineato di come le imprese agricole a conduzione femminile sono le più innovative e resilienti, capaci di scommettere su difficili sfide imprenditoriali “per poi, non solo vincerle, ma dimostrare e soprattutto di possedere grandi capacità gestionali”.

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