Svolgere attività fisica in modo intelligente non significa necessariamente allenarsi per partecipare alle Olimpiadi: significa che ognuno di noi deve trovare il tempo, ogni giorno e in mezzo alle mille attività di ciascuno, da dedicare all’esercizio fisico, ciascuno in funzione delle proprie possibilità e caratteristiche. Più attività significa più salute per il cuore, il cervello, le arterie e le vene: non solo, ma migliora la salute delle ossa, dei muscoli e l’umore. Queste le raccomandazioni di ALT-Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari, rappresentante in Italia dell’European Heart Network alla luce del report Physical Activity Policies for Cardiovascular Health sulla relazione fra attività fisica e salute cardiovascolare.
Essere pigri significa moltiplicare la probabilità di andare incontro prima o poi a Infarto, Ictus, Trombosi, Embolia, diabete, ipertensione, aumento dei livelli di colesterolo nel sangue e conseguente aterosclerosi e demenza. Eppure 25 donne su 100 e 22 uomini su 100 sono assolutamente pigri e non svolgono alcun tipo di attività fisica.
Il report di EHN dimostra chiaramente che nei Paesi nei quali non esistono leggi che rendano l’ambiente favorevole a una attività fisica moderata le persone si muovono meno e si ammalano di più.
150 minuti alla settimana di attività fisica moderata, o 75 minuti alla settimana di attività fisica intensa: sono le raccomandazioni indicate dal rapporto europeo.
“Partendo da questi numeri – sottolinea Lidia Rota Vender, presidente di ALT – ognuno può, o meglio dovrebbe, impostare il proprio programma, in funzione del luogo in cui abita e degli impegni che ha: ma il tempo va trovato e, come ci ricorda anche il professore Valentin Fuster, Presidente del Comitato Scientifico di ALT e Director of Mount Sinai Heart, and Physician-in-Chiefat The Mount Sinai Hospital, New York City, UnitedStates of America nel suo libro pubblicato da Planeta Abbi cura del tuo cuore: non è mai troppo presto, non è mai troppo tardi”.
Il report sottolinea quanto sia fondamentale che i pazienti che hanno già avuto un evento cardio o cerebrovascolare – come una Trombosi, un Infarto, un Ictus cerebrale -, che hanno subito un bypass o un’angioplastica o un intervento di chirurgia vascolare, o che soffrono di diabete o ipertensione o hanno livelli di colesterolo alti troppo a lungo nel tempo o aterosclerosi già diagnosticata, abbiano bisogno di scegliere un programma di attività fisica compatibile con le fragilità e le caratteristiche di ognuno, che si aggiunga alla riabilitazione guidata da professionisti fisiatri o fisioterapisti. Per ogni persona “un abito su misura”: è questa, per fortuna e finalmente, la strada che sta riprendendo la medicina, non solo in termini di prevenzione ma anche di cura.
“Le Istituzioni (il legislatore in particolare)- conclude Lidia Rota Vender – devono comprendere che investire in mezzi di comunicazione che permettano di raggiungere tutte le fasce di popolazione per stimolare e facilitare l’accesso a diversi tipi di attività fisica a diversi gruppi di persone è un investimento ad alto ritorno sulla salute futura di una popolazione che non deve essere lasciata sola, ma supportata e incentivata anche da leggi che non puniscano chi è pigro, ma facilitino l’attività fisica e premino chi accetta la sfida”. (Italpress)