venerdì, 3 Maggio, 2024
Salute e Lavoro

Rischi di chi opera nel digitale. L’Ue fissa nuove regole

“L’accordo trovato fra i Ministri del Lavoro dell’Unione Europea sulla proposta relativa al miglioramento delle condizioni nel lavoro mediante piattaforme digitali rappresenta un primo significativo passo per creare una cornice comune di regole a livello europeo. Il compromesso raggiunto è un punto di partenza, tenendo conto della necessità di assicurare adeguate tutele e condizioni di lavoro a tutti coloro che lavorano tramite piattaforma, a prescindere dal loro status di dipendenti o autonomi”. Lo ha dichiarato Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, a margine del Consiglio Epsco di Lussemburgo di qualche giorno fa.

Il nuovo testo modifica la proposta iniziale del 9 dicembre 2021 che la Commissione Europea ha presentato ai Paesi Ue per rispondere alle numerose sfide poste dalla crescita del lavoro su piattaforme digitali e dalla necessità di delineare un quadro normativo comune. La direttiva mira da un lato a migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano mediante piattaforme digitali facilitando la corretta determinazione del loro status occupazionale, sia come lavoratori dipendenti sia autonomi e dall’altro a migliorare la protezione dei dati personali, aumentando la trasparenza e l’equità nell’uso di sistemi di gestione algoritmica.

Per i lavoratori delle piattaforme digitali sono in aumento i rischi associati alla salute e alla sicurezza che ne derivano e sono alla base di non pochi infortuni sul lavoro e malattie professionali molto spesso nemmeno conosciuti.

Sono circa 600000, infatti, i lavoratori nel nostro Paese impegnati in questo settore in costante espansione, per i quali si chiede il rispetto del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, anche a:  a) monitorare e valutare periodicamente 1’impatto sulle condizioni di lavoro delle decisioni individuali prese o sostenute dai sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzati; b) valutare i rischi indotti dai sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzati per la sicurezza e la salute dei lavoratori delle piattaforme digitali, in particolare per quanto riguarda i possibili rischi di infortuni sul lavoro e i possibili rischi psicosociali ed ergonomici”.

Il lavoratore “tipo” della piattaforma digitale è solitamente giovane, compreso tra i 18 e i 29 anni, oppure, nel 59% dei casi, l’attività è una seconda professione che viene affiancata alla principale, per integrare le entrate del bilancio familiare.

La classificazione dei rischi, come è facile intuire, varia a seconda del tipo di lavoro su piattaforma: si va dal sollevamento di carichi di vario genere, anche pesanti, al lavoro in posizioni disagevoli, fino alla gestione delle aggressioni verbali, al bullismo e alle molestie sui Social; infine, alcuni altri rischi derivano dai lunghi turni di lavoro senza una regolamentazione degli orari.

L’UE ha specificato una serie di rischi comuni associati alla salute e alla sicurezza dei lavoratori delle piattaforme digitali:

  •  Rischi fisici dovuti alla movimentazione e al trasporto di pacchi di peso variabile, a posizioni disagevoli, altri dovuti all’affaticamento e stress correlato all’uso dei dispositivi digitali;
  •  Rischi per la sfera del benessere psicologico dovuti ad esempio a richieste pressanti in termini di produzione e alla precarietà del posto di lavoro.

L’obiettivo generale della direttiva europea è quella di  migliorare le condizioni di lavoro e i diritti sociali delle persone che lavorano mediante piattaforme digitali, anche al fine di sostenere le condizioni per una crescita sostenibile delle piattaforme di lavoro digitali nell’Unione europea, attraverso la garanzia che le persone che lavorano mediante piattaforme digitali abbiano, possano ottenere, la corretta situazione occupazionale alla luce del loro effettivo rapporto con la piattaforma di lavoro digitale e abbiano accesso ai diritti applicabili in materia di lavoro e protezione sociale.

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