mercoledì, 8 Maggio, 2024
Società

Casa amara casa. Occorre un nuovo piano straordinario

La casa è il bene materiale che, per tradizione, gli italiani amano di più, eppure in Italia abbiamo una forte emergenza abitativa. 

Il patrimonio immobiliare italiano -dice l’Agenzia delle Entrate- vale intorno ai 6.300 miliardi di euro, circa 4 volte il PIL e costituisce il nostro vero “gioiello di famiglia”.

Negli ultimi decenni i proprietari di case sono aumentati: oggi le famiglie che vivono in un’abitazione di proprietà sono 26 milioni, l’80%, e quelle che sono in affitto sono solo 4 milioni e mezzo. 

Di per sé, la percentuale di case di proprietà delle famiglie non è automaticamente un indice di ricchezza nazionale più alta. In base ai dati dell’OCSE, l’Italia si colloca ll’11esimo posto, preceduta da Slovacchia, Lituania, Ungheria. In Germania e Svizzera le famiglie che vivono in case in affitto sono circa il 60% del totale. 

Sulla base dei dati dell’Agenzia delle Entrate, possiamo affermare che in Italia sia stato risolto il primo problema di ogni persona,  avere un tetto sotto cui dormire?

La risposta è no. Secondo le stime di Federcasa, in collaborazione con Nomisma, ci sono circa un milione e 708 mila famiglie che la casa non ce l’hanno né di proprietà né in affitto.

Le persone senza dimora sono oltre 50.000, le famiglie in graduatoria utile per una casa popolare sono circa 700.000.

La crisi, che dura dal 2008, ha devastato molte famiglie; le norme sulle separazioni legali e i divorzi hanno creato un esercito di persone (in grande maggioranza uomini) che hanno perso l’uso dell’abitazione familiare; il numero di disoccupati nella fascia di età tra i 50 e i 60 anni è aumentato in maniera esponenziale e questo ha privato molte famiglie monoreddito dell’unica fonte di sostentamento.

Qual è la risposta delle istituzioni a questa emergenza? Scarsa, inefficiente e  per certi versi vergognosa.

Ci sono comuni che dispongono di un elevato patrimonio immobiliare che non sanno gestire, che rimane in gran parte inutilizzato o sottoutilizzato mentre tante famiglie sono disperate.

Nei programmi dei partiti il tema dell’emergenza casa è ampiamente trascurato. Nel frattempo, il settore dell’edilizia e delle costruzioni, tradizionale motore della ripresa economica, è fermo e tante aziende chiudono.

Sembra una tempesta perfetta dell’irrazionalità: mancano le case per le famiglie, le case pubbliche non sono ben utilizzate, non c’è un piano di costruzione di nuove case ad uso sociale. 

L’ultimo grande intervento pubblico  per le case popolari fu realizzato nel periodo 1949-1963 (il famoso piano Fanfani). Possibile che oggi a nessuno venga in mente di progettare un altro intervento straordinario nel settore, magari cofinanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti?

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