sabato, 27 Aprile, 2024
Agroalimentare

Cibo in laboratorio. Prandini (Coldiretti): arriva il latte sintetico. Così si mette in crisi qualità, salubrità e imprese

Prodotti in laboratorio non da equiparare a cibo ma a prodotti a carattere farmaceutico. È la richiesta della Coldiretti in occasione della Giornata Mondiale del Latte promossa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) per promuovere la conoscenza e la qualità del latte a livello mondiale. “Dopo la carne e il pesce in provetta arriva anche il latte sintetico”, sottolinea con disappunto la Coldiretti, “con Israele che si appresta a diventare uno dei primi paesi al mondo a vendere veri e propri prodotti lattiero caseari senza mucche”.

I prodotti di laboratorio

“Il ministero della Sanità di Israele”, osserva la Coldiretti, “ha infatti concesso alla società Remilk, che sta già producendo su scala industriale in diverse aree del mondo, di vendere al pubblico i suoi prodotti lattiero caseari nati in laboratorio senza aver mai visto neppure l’ombra di una mucca usando il gene della proteina del latte e inserendolo in bioreattori per la crescita accelerata con un processo simile a quello usato un po’ per tutti gli alimenti creati in laboratorio, o “a base cellulare” come suggerito da Fao e Oms.

Impatto su imprese e consumi

La Coldiretti annota come le nuove produzioni seppur nate in laboratorio hanno un impatto non solo sui consumatori na sull’intera filiera produttiva.
“Un pericolo per la sopravvivenza della Fattoria Italia che vale oggi 55 miliardi di euro”, calcola la Confederazione, “e rappresenta uno dei fiori all’occhiello del tricolore a tavola. Ma anche una novità che
viene nettamente bocciata da quasi tre italiani su quattro con il 72% dei cittadini che non mangerebbe cibi sintetici ottenuta in laboratorio e solo il 18% la proverebbe mentre il 10% non sa e ha quindi bisogno di
più informazioni, secondo l’indagine Tecnè”.

Incognite e precauzioni

“Una diffidenza che conferma la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte ad una nuova tecnologie con molte incognite che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda”,
sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “proprio per questo la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico”.

Cittadini e Comuni uniti

Una esigenza, ricorda la Confederazione che ha portato alla presentazione in Italia del disegno di legge che vieta la produzione, la commercializzazione e l’uso di cibo artificiale che dovrà ora essere discusso e poi approvato dal Parlamento. “Con la raccolta da parte della Coldiretti”, produce la nota, “di mezzo milione di firme di cittadini, oltre 2mila comuni che hanno deliberato spesso all’unanimità, tutte le regioni di ogni colore politico e di esponenti di ogni schieramento che hanno sostenuto la proposta in modo bipartisan. Una mobilitazione che”, conclude la Coldiretti, “ha il merito di aver acceso i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo sul quale si comincia ora a fare luce”.

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