sabato, 20 Aprile, 2024
Politica

Meloni apre su pensioni, Irpef, Pnrr e sanità. Cisl: costruttivo. Cgil: mobilitazione. Uil: non basta

Incontro a Palazzo Chigi con sindacati e associazioni imprenditoriali. Osservatorio sul potere di acquisto e sui salari

“Un dialogo che possa colmare posizioni distanti”. Ma anche disinnescare “bombe sociali” come il futuro delle pensioni, le culle vuote, l’emergenza sanità. In bilico tra obiettivo strategico e un auspicio, Giorgia Meloni affronta i sindacati nella prima tappa di un percorso tra Governo e parti sociali, iniziando dai leader di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confsal, un confronto che resta tutto da costruire e in salita. La prima mossa è toccata al premier che ieri ha tenuto a Palazzo Chigi il faccia a faccia con con i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri, Paolo Capone e Angelo Raffaele Margiotta.
L’esordio è stato dedicato al metodo a “come impostare il lavoro” che il presidente del Consiglio intende perseguire. “Sono convinta”, ha esordito il premier, “che dal dialogo e dal confronto, anche quando le posizioni sono distanti, possa venire un vantaggio quando, come oggi, le persone sono particolarmente competenti”.

Governo pronto al confronto

Sul tavolo temi che in più occasioni hanno segnato differenze e schermaglie tra sindacati e governo. Si tratta delle riforme istituzionali, la delega fiscale, i nodi connessi all’inflazione, la riforma delle pensioni, la sicurezza sul lavoro e la produttività.
L’esecutivo si è presentato all’appuntamento in modo compatto a testimoniare l’impegno annunciato dal capo del Governo, a prendere posto per il faccia a faccia – prima con i sindacati poi che le Associazioni di categoria – il vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, il ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, il ministro del Turismo, Daniela Santanché, il sottosegretario al ministero delle Imprese e del made in Italy, Fausta Bergamotto, e il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli. Ministri che stando alla nota preparatoria di Palazzo Chigi, divorano dare avvio e prosecuzione al confronto con tavoli specifici con i ministeri interessati.

Organizzare temi e soluzioni

“L’appuntamento di oggi”, ha illustrato Giorgia Meloni ai sindacati, “rientra nel cammino di confronto e dialogo che il Governo ha deciso di instaurare con le parti sociali, un confronto necessario e opportuno per darci una organizzazione più cadenzata del lavoro e per un dialogo strutturato e spero proficuo, nel rispetto delle priorità che il Paese ha e che il governo ha deciso di darsi e delle rispettive posizioni”.
Presente in prima persona La prima indicazione pratica arriva con una proposta a cui i sindacati non hanno detto no. “Voglio istituire a Palazzo Chigi un osservatorio governativo sul tema del potere d’acquisto: salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, controllo dell’attuazione e degli effetti dei provvedimenti che noi abbiamo introdotto e che magari non hanno dato i risultati previsti, come per esempio la riduzione dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia”. Il presidente del Consiglio ha fatto una promessa, quella di seguire personalmente l’evoluzione dei dossier ad iniziare da quello socio economico. “Questo è il tema più rilevante, dal quale si dipartono anche gli altri. Cercherò di essere presente in prima persona perché si possa sbrogliare insieme il bandolo di questa matassa”.

Pensione bomba sociale

Le priorità indicate da Giorgia Meloni partono dalla più complessa quella della previdenza perché tocca il passato e il futuro. “Si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future. Dobbiamo garantire la tenuta del sistema ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni”.
Il primo passo sarà anche monitorare la spesa previdenziale. “Sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici”. Ai sindacati, il prendere ha poi ribadito come, “il confronto è particolarmente prezioso. Credo che si possa partire dal lavoro dell’osservatorio e dei tavoli tecnici, un lavoro di studio, per poi proseguire con un confronto complessivo sul sistema” che a giudizio del premier, “possa portarci a soluzioni migliori in una materia molto complessa”. Fisco, famiglie e culle Nel programma di sostegni a lavoratori e famiglie Giorgia Meloni ha dato un particolare risalto alla riduzione del fisco.
“Immaginiamo di inserire anche per i lavoratori dipendenti una serie di deduzioni, tra le quali quella sui trasporti”, ha proposto ai sindacati, “Inoltre, vogliamo rendere strutturale il tema dei fringe benefit e la detassazione del contributo del datore di lavoro per i lavoratori ai quali nasca un figlio. La denatalità è un’altra grande questione economica, che se non affrontata per tempo renderà molto meno efficaci tutti gli altri provvedimenti. È inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale, se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa”.

Emergenze, il “fronte” Sanità

Altra priorità è il “fronte” sanità, tema ormai non più rinviabile che per le Associazioni dei medici pubblici è una emergenza. “Siamo fortemente impegnati sul fronte della sanità”, ha aggiunto ai sindacati, Giorgia Meloni , “ci diamo l’obiettivo di una riforma complessiva che abbia come priorità la riorganizzazione dei servizi, il miglioramento dell’accesso alle cure, la valorizzazione dei professionisti della sanità”. Il premier ha inoltre sottolineato che “c’è un finanziamento importante nel Pnrr, oltre 15 miliardi, che richiede un approfondimento perché è una grande occasione per migliorare il nostro sistema sanitario con strumenti che ci consentano di migliorare il sistema e non immaginare cattedrali nel deserto. Su questo è importante che ci sia un’interlocuzione molto seria”.

Piano di ripresa e pragmatismo

Il primo ostacolo ma anche il primo obiettivo, indicato dal premier arriva dalla definizione e realizzazione del Piano nazionale di ripresa.
“Il Pnrr è una delle questioni principali, una grande occasione”, ha puntualizzato Giorgia Meloni, “Le risorse devono arrivare a terra per essere spese nelle cose più strategiche. Il dibattito non deve essere ideologico, ma pragmatico. Stiamo lavorando al RepowerEu e alla verifica sul Pnrr esistente, per fare un tagliando che tenga conto del mutato scenario della realtà di oggi. Il RepowerEu diventa l’occasione”, ha insistito il presidente del Consiglio, “per fare insieme una valutazione su cosa nel Pnrr può essere ottimizzato e perfezionato”.

Economia segnali positivi

Il presidente del Consiglio si è poi soffermato sullo stato dell’economia italiana che ha osservato, “sta dando segnali incoraggianti in questa fase, le recenti previsioni della Commissione europea hanno rivisto al rialzo il Pil Italiano, prevedendo per l’anno in corso una crescita dell’1,2 per cento, superiore alla media dei Paesi euro. Non accadeva da qualche anno”, ha detto ancora il premier. “Nel Def il governo ha scelto di avere un approccio più prudente, ma abbiamo come obiettivo quello di confermare o migliorare queste previsioni. Come registrato dall’Istat, a marzo è stato raggiunto il record sia in termini di tasso di occupazione sia di numero di occupati che di contratti a tempo indeterminato. Anche questo è sicuramente un segnale incoraggiante. Abbiamo già adottato vari provvedimenti ma vogliamo incentivare ancora l’occupazione a tempo indeterminato, soprattutto nell’ambito dell’occupazione femminile, che rimane il nostro principale gap rispetto alla media europea. Se colmassimo quel divario, colmeremmo di fatto tutto il gap occupazionale che abbiamo rispetto agli altri Paesi europei. Questo rimane un grandissimo tema soprattutto per le regioni del Mezzogiorno. I nostri provvedimenti si sono quindi concentrati soprattutto sui fragili, sulle donne, sui giovani e sui percettori del reddito di cittadinanza”.

Alluvione, ricostruzione con Pnrr

Infine ai sindacati e parti sociali il premier ha illustrato le iniziative per la ricostruzione in Emilia-Romagna, Piano “collegato al Pnrr e alla messa in sicurezza dei territori, perché il Pnrr offre importanti risorse per la messa in sicurezza dei territori ed è un tema che va affrontato con molto pragmatismo e lucidità, sul quale dobbiamo mettere la testa in maniera assolutamente responsabile”, ha detto Meloni durante l’incontro. “Mi ha colpito molto il fatto che prima di partire per il G7 in Giappone avevamo appena nominato un Commissario per la siccità; siamo tornati e dobbiamo nominare quello per l’alluvione”, ha proseguito. “Bisogna rafforzare gli strumenti, soprattutto quelli che consentono di essere pronti qualora l’imprevisto dovesse manifestarsi.
Con i primi due Consigli dei ministri abbiamo dato un segnale molto chiaro, immediatamente. Adesso”, ha concluso il presidente del Consiglio, “si apre il tema della ricostruzione e delle risorse che saranno necessarie a esito della ricognizione che il governo e la Protezione civile stanno facendo con Regioni e Comuni interessati”.

Sbarra: Governo, un buon inizio

La prima dichiarazione positiva arriva dal segretario della Cisl, Luigi Sbarra, “un incontro molto importante, capitalizziamo due mesi di mobilitazione con l’obiettivo di riannodare i fili del dialogo e del confronto con il governo”, osserva il leader della Cisl, “La presidente del Consiglio si è impegnata ad attivare tavoli di confronto in particolare sul tema dell’inflazione e della politica dei redditi. È una misura che apprezziamo e rivendicavamo da tempo e si è anche impegnata a far arrivare convocazioni su sanità, infrastrutture, previdenza, salute e sicurezza, Sud, Pnrr. È un buon inizio di un nuovo cammino di partecipazione e condivisione”.

Landini: finora nessun risultato

Diverso e critico il parere della Cgil.
“Le mobilitazioni di maggio hanno prodotto questa convocazione del governo e questa disponibilità, che prima non c’era, a fissare tavoli specifici. Nel merito però oggi il giudizio non è naturalmente positivo, risultati non ci sono stati, non hanno dato risposte alle nostre rivendicazioni”, puntualizza il segretario Maurizio Landini, al termine dell’incontro, “Noi consideriamo importante questa convocazione, ma risultati ad oggi non ci sono, quindi per quello che ci riguarda bisogna proseguire la mobilitazione”. Il no del segretario della Cgil diventa perentoria sul tema della Autonomia differenziata. “Non solo non siamo d’accordo sull’autonomia differenziata, ma non siamo neanche disponibili ad aprire trattative per farla. Per noi la Costituzione va difesa e va applicata”, attacca Landini, “L’autonomia differenziata deve essere tolta dal tavolo perché fa danni a questo Paese. Abbiamo posto che il vero tema sia una riforma elettorale seria che rimetta nelle condizioni i cittadini di poter scegliere chi mettere in parlamento e loro di rispondere a chi li ha eletti”.

Uil: proposte insufficienti

Per il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri le risposte sono insufficienti. “Non ci sottraiamo mai al confronto, ma fino a oggi è stato insufficiente: va strutturato in modo organico sul merito delle proposte. Alcuni di questi temi avranno ricadute nella manovra, non ci sono nel Def, però, vedremo se ci saranno nella Nadef. Ci vuole insomma una trattativa, un confronto serrato che produca qualche risultato”.

L’Ugl: fisco, riforma più ampia

“È stata un’importante apertura del Governo al confronto con tutte le parti sociali”, sottolinea invece il leader Ugl, Paolo Capone, “l’Ugl ritiene che una riforma fiscale non possa limitarsi a una semplice riduzione della pressione fiscale, ma l’obiettivo è superare in modo strutturale la fiscalità organizzata sul contribuente-individuo per passare al contribuente-famiglie. In secondo luogo, occorre riequilibrare il differenziale tra la tassazione sulle rendite finanziarie e quello sul lavoro e sulla produzione, rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale e contributivo, partendo dal lavoro dipendente”.

Il confronto con le imprese

A seguire ieri sera dopo i sindacati Giorgia Meloni ha tenuto un primo confronto con le imprese e le associazioni di categoria. Al tavolo erano presenti i delegati di Confindustria; Confapi; Confcommercio; Confesercenti; Confartigianato; Cna; Alleanza Cooperative; Coldiretti; Confagricoltura; Cia; Confprofessioni; Abi; Ance.

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