venerdì, 29 Marzo, 2024
Cultura

Antico Egitto: Saqqara riporta alla luce laboratori di imbalsamazione

A Saqqara, la necropoli distante 30 km dal Cairo, un gruppo di archeologi egiziani coordinato dal dottor Mustafa Waziri segretario generale del Consiglio Supremo di Archeologia ha rinvenuto due laboratori di imbalsamazione di corpi umani e animali sacri, risalenti al periodo tolemaico (tra 380 a.C. e 342 a.C.). Il Ministro del Turismo e delle Antichità, Ahmed Issa, nel presentare la scoperta ha anche rivelato il ritrovamento di due tombe e di una collezione di manufatti che ricadono nell’Antico e nel Nuovo Regno della storia egizia.

Il team di archeologi riguardo al laboratorio destinato alla mummificazione degli esseri umani ha descritto una stanza rettangolare suddivisa in diversi ambienti dotati di una serie di letti di pietra dove il defunto veniva adagiato per l’imbalsamazione, precisando che ogni letto è lungo due metri e largo 50 cm e tutti sono ricoperti di gesso con “canali di scolo”; in particolare, all’interno di questo laboratorio oltre ai numerosi reperti individuati, gli archeologi hanno riconosciuto sulle mura incisioni di testi che riportano istruzioni dettagliate proprio in merito al processo di mummificazione, all’utilizzo di sostanze chimiche, miscele ed unguenti specifici destinati alla conservazione dei corpi dei defunti.

Nella descrizione, il team inoltre spiega: “All’interno di ogni stanza del laboratorio, la missione ha portato alla luce una collezione di 31 vasi di argilla, tra cui quelli utilizzati per la mummificazione, nonché una collezione di strumenti e vasi rituali”. Il laboratorio per l’imbalsamazione di animali sacri, sempre di forma rettangolare, accoglie invece cinque letti in marmo su pavimenti in fango e pietra.

Circa le due tombe, gli archeologi rendono noto che: “Una appartiene a un alto funzionario della V dinastia (2400 a.C.) chiamato ‘Ne Hesut Ba’, che era il capo degli scribi e il sacerdote di Horus e Maat. La seconda è di un sacerdote Qadish chiamato “Men Kheber” della XVIII dinastia (1400 a.C.)”; entrambe le monumentali tombe portano i nomi del defunto e della propria moglie. La prima ha una facciata dipinta su pietra, un architrave con i diversi titoli della coppia e pitture con scene di vita quotidiana, di coltivazione e di caccia; la seconda tomba è scavata nella roccia e anch’essa ha un architrave decorata, ma all’interno è stata trovata una nicchia con una statua di alabastro lunga un metro, decorata con un geroglifico blu raffigurante il proprietario della tomba in abito lungo, parrucca e un fiore di loto in una mano.

Unitamente a questo ritrovamento, i cui scavi sono iniziati lo scorso agosto, gli archeologi hanno reperito altre effigi tra cui una collezione di statue in legno, una di un uomo di nome Nesu Henu, una di sua moglie e una bara antropoide dipinta del III Periodo intermedio.

Il sito archeologico di Saqqara continua ad essere oggi una miniera di sorprese per appassionati e studiosi d’antico Egitto; durante la conferenza stampa tenuta sul posto, il Ministro Ahmed Issa ha difatti annunciato che la missione archeologica ha riportato alla luce anche una collezione di “ushabti”, piccole statue del corredo funebre. Il Ministro Ahmed Issa nell’illustrare le scoperte ha dichiarato: “L’Egitto e in particolare il sito archeologico di Saqqara, non ha ancora svelato i suoi segreti e che ce ne sono molti altri in arrivo. Questa non è la fine della scoperta, è solo l’inizio”.

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