martedì, 16 Aprile, 2024
Giovani

“Hugs not Drugs”: nasce l’app per contrastare l’uso di droga tra i minori

In Italia, nel 2021, sono stati 621 mila i ragazzi tra i 15 e i 19 anni ad aver fatto almeno una volta nel corso della propria vita, uso di una sostanza illegale tra cannabis, cocaina, stimolanti, allucinogeni e oppiacei. Per Combattere e prevenire l’uso di droghe tra i minori il Movimento Italiano Genitori ha lanciato l’app “Hugs not Drugs”, realizzata in collaborazione con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA). L’app “Hugs not Drugs” punta in primis a contrastare la diffusione dell’uso delle sostanze stupefacenti attraverso un’informazione autorevole, che – con dati scientifici – sia capace di contrastare i luoghi comuni e i tanti messaggi fuorvianti ed infondati presenti oggigiorno sulla rete. Uno strumento digitale, familiare ai giovani, che potrà essere utilizzato sia dai ragazzi che dagli adulti (docenti e genitori) per approfondire l’argomento con l’ausilio di contenuti e video informativi e un test di autovalutazione finale.

L’app offre inoltre la opportunità di consultare un elenco aggiornato e geolocalizzato, su tutto il territorio nazionale, delle comunità terapeutiche e dei SerD (Servizi per le Dipendenze) e la possibilità di inviare, in caso di necessità, una richiesta di aiuto che sarà gestita da personale esperto. “Rendere i giovani più consapevoli degli effetti delle droghe sulla loro salute e delle conseguenze legali connesse al loro utilizzo può rappresentare un efficace fattore preventivo, dissuasivo e di protezione”, dice il direttore centrale per i Servizi Antidroga, Generale Antonino Maggiore.

“Purtroppo, siamo di fronte ad una vera e propria emergenza. L’utilizzo di sostanze proibite tra i minori è sempre più diffuso, questo in parte per modelli errati che vengono proposti loro, che mostrano le droghe come qualcosa di divertente, in parte perché chi vende questi prodotti non verifica l’età di chi li acquista. Spesso i ragazzi si avvicinano alle droghe senza comprenderne davvero i rischi, per desiderio di accettazione, per noia o per ribellione. Renderli consapevoli dei rischi reali che corrono può aiutarci a fermare questo fenomeno”, commenta Antonio Affinita, direttore generale del MOIGE.

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