venerdì, 29 Marzo, 2024
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L’Intelligenza Artificiale è buona o cattiva? Bill Gates: dipende dagli uomini

Luci e ombre sulle conseguenza della nuova rivoluzione digitale

È iniziata l’era dell’intelligenza artificiale, che probabilmente genererà una quarta rivoluzione industriale. Nel mondo occidentale le precedenti tre sono state: la prima nel 1784 con la nascita della macchina a vapore e la meccanizzazione della produzione; la seconda nel 1870, con il via alla produzione di massa attraverso l’uso sempre più diffuso dell’elettricità, l’avvento del motore a scoppio e l’aumento dell’utilizzo del petrolio come nuova fonte energetica; la terza nel 1970 con la nascita dell’informatica, dalla quale è scaturita l’era digitale. La quarta, ovvero il processo che porterà alla produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa, è tuttora in fase d’incubazione e dovrà molto alla intelligenza artificiale. Anche in questo caso, la tecnologia verrà in aiuto dell’uomo per sollevarlo da mansioni ripetitive e usuranti, attribuendogli compiti più speculativi e creativi. Almeno nelle migliori intenzioni.

Già Aristotele introdusse il dubbio che le scoperte scientifiche portassero con sé delle zone d’ombra per l’uso improprio che ne può fare l’uomo. E l’intelligenza artificiale si presta molto ad alimentare paure e fobie che evocano scenari apocalittici alla Matrix, dove non è più facile distinguere tra realtà e virtuale e dove le macchine prendono il sopravvento. Quello che però è certo che un uso scevro da qualsiasi etica dell’intelligenza artificiale, che rappresenta una estensione potenziata delle nostre facoltà mentali, comporta dei reali rischi per l’umanità.

L’intelligenza artificiale può essere usata per scopi positivi o maligni

In un recente articolo pubblicato su www.gatesnotes.com, Bill Gates torna sui dubbi sollevati nell’opinione pubblica dalla richiesta di Elon Musk di interrompere le ricerche: “Probabilmente avrete letto dei problemi con gli attuali modelli di IA. Ad esempio, non sono necessariamente bravi a capire il contesto della richiesta di un umano, il che porta a risultati strani. Quando si chiede a un’intelligenza artificiale di inventare qualcosa di fittizio, può farlo bene. Ma quando si chiede un consiglio su un viaggio da fare, l’intelligenza artificiale può suggerire hotel che non esistono. Questo perché l’intelligenza artificiale non comprende il contesto della richiesta per sapere se deve inventare hotel falsi o indicare solo quelli reali che hanno camere disponibili. Ci sono altri problemi, come le IA che danno risposte sbagliate ai problemi matematici perché hanno difficoltà con il ragionamento astratto. Ma nessuno di questi è un reale limite. Gli sviluppatori ci stanno lavorando e credo che li vedremo in gran parte risolti in meno di due anni e forse meno”.

“Altre preoccupazioni non sono semplicemente tecniche. Ad esempio, c’è la minaccia rappresentata dagli esseri umani armati di intelligenza artificiale. Come la maggior parte delle invenzioni, l’intelligenza artificiale può essere usata per scopi positivi o maligni. I governi devono collaborare con il settore privato per limitare i rischi. C’è poi la possibilità che le IA vadano fuori controllo. Una macchina potrebbe decidere che gli esseri umani sono una minaccia, concludere che i suoi interessi sono diversi dai nostri o semplicemente smettere di preoccuparsi di noi? È possibile, ma questo problema non è più urgente oggi di quanto lo fosse prima degli sviluppi delle IA degli ultimi mesi”.

Dovrebbe servire ad eliminare le disuguaglianze

Comunque sia, il tema delle IA dominerà il dibattito pubblico nel prossimo futuro. E Bill Gates nel suo articolo suggerisce tre principi che dovrebbero guidare questa conversazione. “In primo luogo, dovremmo cercare di bilanciare i timori sugli aspetti negativi dell’IA con la sua capacità di migliorare la vita delle persone. Per trarre il massimo da questa straordinaria tecnologia, dovremo sia proteggerci dai rischi che diffondere i benefici al maggior numero possibile di persone. In secondo luogo, le forze di mercato certamente non produrranno prodotti e servizi di IA che aiutino i più poveri. È più probabile il contrario. Invece, con finanziamenti affidabili e le giuste politiche, i Governi e la filantropia possono garantire che le IA vengano utilizzate per ridurre le disuguaglianze. Infine, dobbiamo tenere presente che siamo solo all’inizio di ciò che l’IA può realizzare. Qualsiasi limitazione abbia oggi sarà superata prima che ce ne accorgiamo”.

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